Le Regioni frenano sulla deregulation dei titoli edilizi prevista nello schema di decreto legge messo a punto dal Governo venerdì scorso. Le riunioni che si sono tenute, prima fra i tecnici delle Regioni, poi con i tecnici del Governo, hanno evidenziato perplessità dei Governatori sulla lista molto ampia di tipologie di interventi edilizi liberi, che non hanno più bisogno di permesso di costruire (la vecchia licenza edilizia) né di denuncia di inizio attività (Dia).
La tragedia abruzzese non arresta l’ iter del decreto legge e potrebbe pesare sul testo con l’ inserimento della normativa antisismica congelata a partire dal 2005. Non è escluso neanche che nel testo finale del decreto legge possano essere introdotte agevolazioni per chi investe in interventi di adeguamento antisismico.
In questo senso si è espresso il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, in missione con le imprese italiane in Russia. Bisogna dire, peraltro, che in fatto di normativa antisismica, il Governo aveva recepito nel testo del decreto legge la richiesta delle Regioni di semplificare il sistema attuale delle autorizzazioni, passando da una verifica preventiva generalizzata su tutti gli interventi a un sistema di controlli a campione sull’ effettiva applicazione della normativa tecnica. Non è chiaro se questo snellimento procedurale venga mantenuto.
Le due tipologie edilizie liberalizzate dal Governo che avranno maggiore impatto sulla realtà sono certamente le manutenzioni straordinarie e i cambiamenti di destinazione d’ uso per cui c’ è una forte aspettativa: anche Assoedilizia aveva espresso nei giorni scorsi la richiesta di una deregulation su questo punto.
Il testo del Governo prevede, peraltro, la possibilità di fare il cambio di destinazione d’ uso con tre paletti rigidi: non ci devono essere opere edilizie, non ci devono essere sovraccarichi urbanistici, occorre comunque che siano rispettate le prescrizioni urbanistiche.
Un altro punto che si è a lungo discusso nell’ incontro fra i tecnici delle Regioni e del Governo è quello delle autorizzazioni paesaggistiche. Le Regioni chiedono di confermare fino al 2011 il regime attualmente in vigore in cui il parere della Sovrintendenza rientra all’ interno del più generale iter del via libera della Regione.
Il Codice Urbani sui beni culturali prevedeva, invece, una procedura più rigida, con un impegno più forte per le Sovrintendenze: proprio questa procedura dovrebbe entrare in vigore dal 30 giugno: il termine che le Regioni chiedono adesso di congelare. Nessun problema dovrebbe esserci, invece, per le altre semplificazioni previste dal decreto legge. In particolare piena intesa c’ è sulla necessità di evitare duplicazioni con la valutazione ambientale strategica (Vas) governata dal ministero dell’ Ambiente.
Accordo anche sull’ inserimento nel decreto, richiesto dalle Regioni, di principi urbanistici innovativi, come la perequazione e la compensazione. Questa parte ha subito alcuni aggiustamenti proposti ancora dai Governatori. Questi strumenti consentono ai Comuni di trasferire cubature e diritti edificatori di privati dalle zone vincolate o pubbliche a quelle di espansione.
Fonte Ance