Le principali proposte contenute nella bozza votata all’ unanimità dalle Regioni nel corso della seduta speciale della Conferenza delle Regioni: approvazione degli aumenti volumetrici del 20% per le abitazioni e del 35% in caso di demolizioni e ricostruzioni (sempre nel rispetto delle biotecnologie), no a un decreto del governo, attuazione di un piano casa, attraverso la legislazione regionale, che punti soprattutto sull’ edilizia sociale.
Le Regioni, ha spiegato il presidente Vasco Errani, di fatto affossano il decreto sul Piano Casa, salvaguardando comunque, attraverso la legislazione regionale, la possibilità di un aumento volumetrico fino al 20% per le case uni e bifamiliari e comunque fino a 1.000 metri cubi, e del 35% in caso di demolizione e ricostruzione, con impiego di tecniche di bioedilizia e di risparmio energetico. Le Regioni stesse chiamano il governo a un decreto, ma solo per la semplificazione normativa che è di esclusiva competenza del governo.
Il “vero piano casa”, come lo definiscono le Regioni, dovrà affrontare il tema dell’ edilizia residenziale pubblica, partendo dall’ accordo già sottoscritto che prevede 550 milioni di euro, risorse aggiuntive e il recupero del gettito Iva ricavato dall’ operazione, che dovrebbe rimanere di competenza regionale soprattutto per politiche di sostegno all’ affitto sociale.
“Auspico che questa impostazione, di cui siamo molto soddisfatti, venga confermata” ha detto Errani. “Viene salvaguardata la programmazione urbanistica, l’ accordo rimette la questione sul binario giusto”.
Nella foto Leonardo Domenici (Presidente Anci) e Vasco Errani