Per la Casa Bianca né General Motors né Chrysler hanno proposto piani di rilancio tali da poter garantire loro nuovi aiuti pubblici. Secondo fonti di alto livello dell’ amministrazione, il presidente Barack Obama e i suoi consiglieri ritengono che nessuna delle due case auto sia in grado di sopravvivere e tornare redditizia e che i contribuenti Usa non spenderanno miliardi e miliardi per tenere in vita i due gruppi.
L’ ultimatum di Obama a Chrysler: un mese per allearsi con Fiat
Trenta giorni per chiudere l’ accordo con Fiat come condizione per ottenere ulteriori fondi dal governo. È quanto prevede, riporta il New York Times, il piano dell’ amministrazione Obama per Chrysler. Se la casa automobilistica americana riuscirà a finalizzare entro il 30 aprile l’ accordo con Fiat e ridurrà ulteriormente il proprio debito, “l’ amministrazione dovrebbe considerare un prestito da 6 miliardi di dollari”.
L’ amministrazione statunitense è convinta che Chrysler non possa funzionare come una compagnia indipendente nella situazione attuale. Se l’ accordo Chrysler – Fiat non sarà completato, Washington prevede di rinunciare, lasciando che la Chrysler vada verso la completa liquidazione. Non è disponibile altro danaro, hanno sottolineato i responsabili del Governo degli Stati Uniti.
Shawn Morgan, una portavoce di Chrysler, ha dichiarato che la compagnia desidera lavorare con il dipartimento del Tesoro e con la task force di Obama sul settore auto, ma ha rifiutato di commentare i programmi della Casa Bianca. “Con l’ imminente annuncio dell’ amministrazione sulla ristrutturazione dell’ industria automobilistica, ogni commento o dichiarazione sarebbero inappropriati”, ha detto la Morgan.
60 giorni a General Motors per ridurre i costi
Il New York Times riporta che il presidente americano Barack Obama ha intenzione di concedere 60 gioni a General Motors per presentare un piano di riduzione dei costi. L’ amministrazione – riporta il quotidiano – dovrebbe fornire alla casa automobilistica l’ assistenza necessaria in termini di aiuti durante questo arco di tempo. Nel frattempo il numero uno di Gm, Richard Wagoner, lascia il suo incarico come primo passo nell’ ambito del piano per il salvataggio e la ristrutturazione della compagnia di Detroit. Gm ha chiesto al Governo ulteriori 16,6 miliardi di dollari di fondi, oltre ai 13,4 miliardi già incassati, ma l’ amministrazione Obama è stata esplicita: il piano presentato non è sostenibile (così come quello di Chrysler) e in mancanza di un valido progetto alternativo non verranno più erogati fondi pubblici. La Casa Bianca sosterrà la liquidità operativa necessaria alle due case nei periodi previsti.