Antitrust: conclusa l’ indagine conoscitiva sul settore degli ordini professionali

di isayblog4 21 views1

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In sintesi, le conclusioni dell’ indagine condotta dall’ Antitrust su 13 categorie professionali, tra cui architetti, geologi, geometri, ingegneri e periti industriali: abolire le tariffe minime, abrogare il potere di verifica degli ordini sulla pubblicità dei professionisti, prevedere lauree abilitanti e tirocini più brevi da svolgere durante i corsi di studio, aprire ad altre rappresentanze la gestione degli Ordini. La maggior parte degli Ordini – rileva l’ Antitrust – respinge i principi di liberalizzazione introdotti dalla legge Bersani, rivolta a garantire maggiore competitività nei servizi professionali.

Dall’ indagine è emerso che le categorie, sia pur con positive eccezioni, sono contrarie ad accogliere nei codici deontologici le innovazioni necessarie alla spinta competitiva all’ interno dei singoli comparti. La liberalizzazione della pattuizione del compenso del professionista, la possibilità di fare pubblicità informativa e di costituire società multidisciplinari sono state interpretate come un ostacolo allo svolgimento della professione e non come importanti opportunità di crescita.

L’ Antitrust chiarisce. La non corrispondenza di molti Codici ai principi concorrenziali è agevolata dalla normativa vigente: infatti, il DL Bersani del 2006 si limita a prevedere la non obbligatorietà delle tariffe minime e fisse, lasciando intendere che esse possano essere considerate come riferimento o orientamento per i compensi dei professionisti, attenuando così la portata liberalizzatrice della riforma. Anche il potere di verifica sulla pubblicità attribuito agli ordini può essere utilizzato per limitare l’ uso della pubblicità da parte dei professionisti.

Inoltre, chiarisce ancora l’ Antitrust, per favorire la liberalizzazione dei servizi professionali, occorre semplificare l’ accesso alle professioni e aprire gli Ordini a soggetti terzi per meglio svolgere il ruolo di raccordo tra professionisti e utenti dei servizi professionali. È dunque auspicabile che il legislatore preveda l’ istituzione di corsi universitari che consentano di conseguire direttamente l’ abilitazione all’ esercizio della professione. Anche il tirocinio dovrebbe essere proporzionato alle esigenze di apprendimento pratico della professione e dovrebbe poter essere svolto, ove possibile, nell’ ambito del corso di studio.

L’ Antitrust auspica un intervento del legislatore volto a modificare la legge Bersani, prevedendo:
1) l’ abolizione delle tariffe minime o fisse:
2) l’ abrogazione del potere di verifica della trasparenza e veridicità della pubblicità esercitabile dagli ordini;
3) l’ istituzione di lauree abilitanti;
4) lo svolgimento del tirocinio durante il corso di studio;
5) la presenza di soggetti ‘terzi’ negli organi di governo degli ordini.

Se alcuni Ordini, come quelli dei Geometri e dei periti industriali, hanno adeguato ai principi concorrenziali i loro codici deontologici in materia di determinazione del compenso professionale, molti altri si sono mostrati contrari, sulla base dell’ idea che il professionista debba difendere il decoro della professione attraverso l’ applicazione delle tariffe minime.

Per quanto riguarda la pubblicità, l’ Antitrust evidenzia che alcuni codici deontologici dettano disposizioni piuttosto restrittive; particolarmente restii a introdurre i principi concorrenziali sono apparsi gli ordini degli architetti, degli ingegneri e dei geologi, mentre i Collegi dei geometri e dei periti industriali hanno eliminato le limitazioni relative ai mezzi di diffusione delle pubblicità e al contenuto delle pubblicità. Alcuni ordini, come quello dei geologi, vietano ai propri iscritti di utilizzare determinati mezzi di diffusione e altri (ingegneri, geologi) hanno previsto un potere di controllo autorizzatorio e preventivo, mentre la legge Bersani si limita a prevedere una verifica successiva alla diffusione del messaggio pubblicitario.

Il Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori “esprime sconcerto per l’ inizio di una nuova campagna di stampa antiordinistica artificiosamente indotta da toni e giudizi generali espressi dall’ Indagine Antitrust, che appare viziata da pregiudizi ideologici in particolare in questo momento di crisi economica e a fronte di una riduzione generalizzata di quasi il 50% delle tariffe nel nostro settore”.

La nota del CNAPPC (Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) così continua: “Negli ultimi dieci anni abbiamo proceduto su una linea di costante accoglimento dei principi europei della concorrenza; abbiamo già modificato il codice deontologico introducendo la pubblicità anche commerciale e norme per la tutela del cliente. Il nuovo Codice è stato a lungo sottoposto all’ esame dell’Antitrust accogliendone le indicazioni. I 140.000 iscritti al nostro Ordine, di cui oltre il 50 % giovani con meno di dieci anni di iscrizione, sono la metà di tutti gli architetti europei. Se l’ indagine conoscitiva dell’ Antitrust di fatto sostanzialmente assolve nel merito il nostro Ordine, riteniamo che questa nuova ingiustificata fase di contrasto alla libera professione sia quanto di meno utile e costruttivo per il paese in questo momento di crisi”.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, invece, ha inviato un telegramma al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottolineando in primo luogo il contrasto tra gli interventi legislativi richiesti dall’ Antitrust e le linee programmatiche del Governo. Inoltre – secondo il Presidente del CNI, Paolo Stefanelli – sugli organi di informazione è stata scatenata una coordinata campagna di comunicazione che esalta il DL Bersani e l’ attacco preconcetto ai liberi professionisti, escludendo accuratamente il contraddittorio con i rappresentanti delle Categorie istituzionali interessate.

Per queste ragioni il CNI, preoccupato “degli effetti potenzialmente devastanti di una comunicazione siffatta” chiede al Premier un incontro urgente per illustrargli le iniziative che intende portare avanti “in quanto riteniamo che soltanto Ella, per il tramite del suo Governo, possa e debba rappresentare ed interpretare l’ autentico interesse della Collettività, la tutela della quale rappresenta per noi l’ unico privilegio che – come professionisti e lavoratori di questo Paese – ci onoriamo di difendere”.

Commenti (1)

  1. vi racconto cosa è capitato con l’albo degli Ingegneri e degli Architetti della provincia di Roma.
    Ecco i fatti:

    Anno 2003 due professioniste una ingegnera ed una architetta dichiarano un FALSO (documentale e verificato carte alla mano: il bianco è nero – dichiarano!) e mettono nei guai seri una intera famiglia. ( l’oggetto del contendere è uno stupendo antico edificio e un terreno con 9.000 mc edificabili a destinazione residenziale turistica.)

    Le due professioniste sono nominate dai politici.

    Anno 2004 la proprietaria finisce sul penale, denuncia il fatto agli albi professionali Ingegneri ed Architetti, quest’ultimi tagliano corto, archiviano, scrivono poco e non risponderanno mai più).

    L’albo degli Ingegneri invece archivia, riapre, convoca addirittura la povera “cristiana” della proprietaria che si reca fiduciosa con un fascio di carte, vestita per benino, nella speranza che finalmente trovi giustizia!!!!

    Invece NO !

    L’albo degli Ingegneri pochi giorni fa e dopo che il giudice ha chiuso la storia a favore della povera “cristiana” che nel frattempo e per quasi sette lunghi anni, ha passato il mare con gli zoccoli, restituito ingiustamente fondi europei, visto rovinato per la vita il marito, vissuto il dolore della paura di ragazzi all’epoca ancora minorenni, avuto paura di perdere la propria famiglia e la propria casa, percorso la via crucis…

    Ebbene così scrive L’albo degli Ingegneri a fine novembre 2009 a difesa di chi ha dichiarato il FALSO:

    “ – Visto l’art. 44 del Regio Decreto 23 ottobre 1925, n. 2537 il Consiglio dell’Ordine degli ingegneri di Roma,, valutati i fatti …..archiviata nel 2006 …..con giusta deliberazione ritiene all’unanimità di rigettare l’istanza….”-

    Le due professioniste hanno dichiarato un FALSO ….e la passano liscia!!!

    Ma non è finita!!! Le due professioniste a Protocollo del Comune, archiviavano i documenti della povera “cristiana” in una cartellina così titolata e in rosso:

    -“elenco/ promemoria CAZZATE VARIE”-

    E così sia!!!

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