Al via ieri mattina la prima riunione del tavolo tecnico – politico che da qui a martedì dovrà individuare le misure utili alla redazione del piano per il rilancio dell’ edilizia e dell’ economia. Misure che dovranno essere pienamente condivise dalle parti e che dovranno rispettare le competenze di ciascun soggetto istituzionale. Dopo l’ altolà delle Regioni il Governo ha accolto la richiesta degli enti locali di rinunciare a presentare il provvedimento per l’ edilizia sottoforma di decreto legge.
Le parti hanno poi convenuto che fosse necessario mettere a punto una serie di iniziative per la velocizzazione dell’ iter e la semplificazione amministrativa. In un secondo momento, dopo che il piano per l’ edilizia sarà definito, Governo e autonomie locali metteranno mano ad un vero e proprio piano per la casa.
Sul piano casa tuttavia “non cambia nulla, dice Berlusconi. La norma andrà avanti, stiamo solo discutendo sullo strumento, se dl o ddl. Il progetto è nato da me pensando alle esigenze di tante famiglie italiane che abitano in una casa mono o bifamiliare, che si sono sviluppate perché hanno avuto figli o nipotini, e che avvertono l’ esigenza di allargare la casa. Questo sappiamo quanto è difficile con la burocrazia italiana. L’ idea è stata accolta con grande favore dalle famiglie italiane, e quelle che abitano in case mono o bifamiliari sono quasi il 50%. La norma andrà avanti, ci sarà questa possibilità”.
“Obiettivo del piano casa, ha aggiunto Berlusconi, è anche quello di far mettere agli italiani nell’ edilizia dei soldi che adesso tengono come risparmi immobili in banca, in quanto l’ edilizia normalmente muove tante altre attività. Ogni camera e un servizio in più potrebbe essere una cifra di spesa di 50mila – 70 mila euro. Messe tutte insieme queste spese potrebbero portare a una immissione nel nostro Pil di oltre 50 miliardi di euro. Questo se soltanto il 10% ricorresse a questa possibilità. Assicuro alle famiglie che hanno pensato di poter allargare la propria casa che lo faranno e lo faranno subito”. Poi Berlusconi rilancia: per varare il piano casa “noi preferiamo il decreto, ma lavoriamo con le Regioni perché siano loro a tradurre lì intuizione in un legge regionale e si possa cominciare subito”.