Estero. La grande crisi: in Europa scatta la caccia ai manager. Un segno di protesta, nel nome dell’ economia reale, contro i licenziamenti

di isayblog4 13 views0

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Segnali di rivolta globale. La crisi colpisce ancora e in modo inatteso. Ieri mattina alcuni vandali hanno danneggiato la lussuosa residenza di Sir Fred Goodwin, l’ amministratore delegato che ha condotto la Royal Bank of Scotland a un passo dal fallimento e poi se n’ è andato con 800 mila euro di buonuscita. In quelle stesse ore, dall’ altra parte della Manica, i dipendenti della 3M di Pithiviers, a sud di Parigi, hanno sequestrato un dirigente, Luc Rousselet, proprio come era toccato il 12 marzo a un pezzo grosso della Sony France. Poi però in nottata i dipendenti della 3M hanno liberato Rousselet.

Nella capitale, intanto, operai della Continental bruciavano pneumatici davanti all’ Eliseo. Gridavano slogan contro la recessione e contro i banchieri e i top manager che l’ hanno provocata. Sono finiti nel mirino di chi sta perdendo tutto gli uomini che guidavano le banche fallite, gli gnomi della finanza che hanno truccato i bilanci e ingannato gli investitori. La tempesta l’ hanno scatenata loro e pochi, sinora, hanno pagato per le loro colpe.

Al contrario molti profeti della bancarotta sono usciti di scena con le tasche piene. Solo ieri si è saputo che i venticinque top manager degli hedge fund americani, i fondi speculativi padri della crisi globale, hanno ottenuto un riconoscimento complessivo di 11 miliardi di dollari per il 2008. Pochi i casi controtendenza. La rigorosa Germania ha tagliato gli assegni per i capitani d’ imprese e, in Olanda, la Ing ha chiesto ai suoi funzionari d’ oro di restituire i 300 milioni di bonus ottenuti sebbene la banca sia stata salvata dal governo.

L’ Ue chiede con forza una limitazione degli stipendi e dei benefici collaterali. Fra le tensioni sociali innescate dalla perdita del reddito e del posti per milioni di lavoratori, l’ onda della rabbia sembra volersi focalizzare sui manager, improvvisati giustizieri si sostituiscono agli stati che temporeggiano. “Non dovrebbero esserci più bonus o stock option nelle compagnie che hanno avuto contributi statali” dice il presidente Sarkozy. È la linea legislativa su cui sta lavorando la Commissione. Ci vorrà tempo.

Nell’ attesa, personaggi come il cinquantenne Fred Goodwin rischiano di vedersela brutta. Qualche malintenzionato non gli ha perdonato il ricco vitalizio della Rbs, che perdeva 24,1 milioni di pound e ha licenziato 2.300 persone. Gli hanno rotto i vetri di casa a Edimburgo e anche quelli della Mercedes. L’ attacco è stato rivendicato via email: “I capi delle banche sono criminali”, dicevano. E ancora: “Siamo arrabbiati con i ricchi che si attribuiscono da soli enormi somme di denaro mentre la gente comune perde il lavoro. Devono andare in galera”. Per gli intrusi di casa Goodwin, che pure dovrebbero essere consegnati alla Giustizia, “è solo l’ inizio”. Lo devono pensare anche i lavoratori 3M che ieri detenevano per il secondo giorno Luc Rousselet, che proprio super banchiere non è.

Un segno di protesta nel nome dell’ economia reale, contro i licenziamenti. “Mi trattano bene – ha detto l’ uomo – mi portano cozze e patate fritte”. Questa azione, ha concesso un sindacalista, “è l’ unica nostra possibilità, ma non c’ è volontà di aggressione”. Ma è disperazione. Come quella che, sempre in Francia, ha portato al suicidio un sindacalista della Ceramiche Deshoulieres: aveva 56 anni, si è annegato in un lago; ha lasciato una lettera per dire che la pressione era troppa e chiedere che la sua morte venga considerata un incidente di lavoro. Disperazione come quella che, se la tedesca Continental manda a casa 1200 persone, spinge gli operai in strada. I rappresentati dei lavoratori tirano diritto senza sconfessare le azioni più radicali. Dicono anzi che sono destinate a ripetersi.

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