Camera dei deputati: addio “pianisti”, ora si vota con le impronte digitali

di isayblog4 867 views0

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Ieri alla Camera dei deputati ci sono state le prime votazioni con il nuovo meccanismo che utilizza le “minuzie” del polpastrello. Il battesimo del nuovo sistema di voto (voto elettronico) c’ è stato alle 18 quando l’ aula di Montecitorio è stata chiamata ad esprimersi con la mozione presentata dal deputato del Pd Matteo Mecacci sul rispetto dei diritti umani e delle libertà democratiche in Tibet. Poi è stata la volta di altre due mozioni: quella dell’ ex presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, sulle misure a favore dell’ efficienza e della funzionalità delle Forze armate, e quella del leader del Pd, Dario Franceschini, sulla situazione economico – finanziaria degli enti locali.

In una prima fase vigerà il doppio regime: sarà inevitabile una sorta di valutazione di “impatto parlamentare” di questa autentica rivoluzione. All’ inizio c’ era stata un po’ di fronda nei confronti del nuovo sistema e non pochi deputati avevano mostrato una eccessiva pigrizia nel rilasciare i propri dati biometrici agli appositi uffici della Camera. Poi, però, dopo l’ intesa nella maggioranza favorita dai contatti tra il presidente della Camera Gianfranco Fini, il premier Silvio Berlusconi e i gruppi, anche di opposizione, la situazione è notevolmente migliorata.

Le minuzie non sono un disegno, né un calco del polpastrello, bensì “punti caratteristici” di ogni dito (in tutto sono circa una trentina, ma allo scopo ne servono meno) da cui un algoritmo matematico estrae un codice detto “uno a uno”, ossia corrispondente a quel singolo soggetto, con privacy garantita, dicono i tecnici. In nome della trasparenza, il nuovo sistema è stato testato la scorsa settimana da alcuni cronisti parlamentari, che si sono fatti deputati per un giorno.

Mercoledì scorso una sessantina di cronisti parlamentari hanno sperimentato il nuovo meccanismo nell’ aula presieduta dallo stesso presidente Gianfranco Fini. Alla prova del sistema anti – pianisti si sono accreditati anche alcuni giornalisti stranieri del New York Times, della Bbc, della France Presse. Sono state simulate due votazioni e solo per un paio di onorevoli – giornalisti il sistema non ha riconosciuto le minuzie e quindi non hanno potuto votare.

Comunque, il resoconto dei cronisti ha avvalorato la tesi che non sarà affatto agevole fare il “pianista” con il nuovo metodo. I giornalisti parlamentari ci hanno provato. Ma il trinomio scheda, rilevatore digitale per un dito e votazione con altra mano si è rivelato da subito improbo. Le minuzie dei deputati, infatti, sono contenute nel chip di una tessera che va inserita nel banco e al momento del voto va poggiato il dito su un rilevatore. I dati della mano e quelli della scheda vengono messi a confronto e, soltanto in caso di corrispondenza, la postazione viene abilitata per le votazioni (sul display del banco compare un ok).

Il presidente Fini nel presentare nei giorni scorsi il nuovo metodo ha fatto presente che “è un sistema di cui sarebbe bello se non ci fosse stato bisogno, nel senso che al male estremo del dilagare di un comportamento che aveva destato tante giuste polemiche era giusto porre un rimedio”, ha detto riferendosi ai cosiddetti pianisti, ovvero deputati che votano per altri colleghi assenti.

Alla Camera il voto elettronico che permetteva appunto di fare i “pianisti” era stato introdotto nel 1988 e all’ inizio degli anni ’90, la televisione, durante le diretta dei lavori dell’ aula di Montecitorio, iniziò a trasmettere le immagini di parlamentari che votavano per i colleghi assenti e così il termine pianisti entrò nel linguaggio comune. Sotto la presidenza di Luciano Violante ci fu un giro di vite sui “pianisti” e vi furono anche delle espulsioni dall’ aula come quella di Paolo Corsini dei Ds e di Nino Sospiri di An.

Quando sullo scranno più alto della Camera sedeva Pier Ferdinando Casini vi fu l’ esplusione di Denis Verdini, attuale coordinatore di Forza Italia. La trasmissione tv “Striscia la notizia” ha più volte trasmesso le immagini dei deputati pizzicati a fare i “pianisti” e i girotondini per denunciare la pratica organizzarono a piazza Navona un “concerto di pianisti jazz” facendo scorrere, dietro l’ orchestra, le immagini dei deputati incriminati.

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