“Il piano per l’ edilizia avrà effetti straordinari e non ci saranno abusi”. Silvio Berlusconi ne è convinto: “Se riparte l’ edilizia, riparte tutta l’ economia”. E per questo ha deciso che una delle mosse per dare nuova carica ad un sistema economico ingessato dalla crisi internazionale deve necessariamente passare per maggiori liberalizzazioni nel campo delle nuove costruzioni. Di qui la scelta di varare un piano ad hoc. L’ idea del premier ha subito fatto scattare più di un campanello di allarme tra chi considera l’ allentamento dei vincoli burocratici ipotizzato dal Cavaliere come una sorta di via libera alla deturpazione del paesaggio. Ma è stato lo stesso Berlusconi, nel corso di una pausa di shopping per le vie del centro di Roma, a parlare con i cronisti spiegando che il provvedimento sarà esaminato venerdì dal consiglio dei ministri, che questo avrà “effetti straordinari” ma che non ci saranno abusi.
“Basta alla burocrazia. Saranno le singole Regioni – ha spiegato il presidente del Consiglio – che dovranno valutare il piano: serve per smuovere l’ economia e in particolare l’ edilizia da sempre ferma e impastoiata da mille burocratismi”. E a chi gli chiedeva se non si corre il rischio di allargare troppo le maglie delle concessioni aprendo la strada a possibili abusi Berlusconi ha risposto che questo non succederà, perché tutto quello che si farà sarà in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti. Insomma, significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente. Il premier, stando ai lanci di tutte le agenzie di stampa, dice proprio così, “villa”, ma evidentemente la cosa riguarderà tutti i proprietari di qualunque tipo di immobile.
La prima Regione ad andare incontro al progetto del Cavaliere sarà il Veneto, che oggi discute la possibilità per i proprietari di ampliare sino al 20% la cubatura dell’ immobile o di ricostruire le abitazioni realizzate prima del 1989, ingrandendole e dotandole di criteri di ecosostenibilità. “Non ci sarà alcuno scempio – ha puntualizzato il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan – né alcun condono edilizio camuffato. Si tratterà di operare sul patrimonio edilizio esistente. È in tutta evidenza uno dei tanti interventi possibili per rimettere in movimento un importante settore economico industriale con chiare ricadute sociali”.
Chi non mostra troppo entusiasmo è però uno dei principali alleati di Berlusconi, il leader leghista Umberto Bossi. “Abbiamo già parlato del piano casa ed è giusto riparlarne – ha detto il ministro delle Riforme -. Alcuni ci credono molto, io meno. Non ho capito a chi servono le case”. Il rischio, secondo il Senatùr, è che si facciano per darle agli extracomunitari. “Quando l’ edilizia va – ha detto – è vero che va tutto, perché dietro ai vetri si mettono le tendine, ci vogliono le porte e così via, ma dobbiamo chiederci se servono davvero, dobbiamo chiederci come aiutare la nostra gente”. Per il leader leghista occorre investire i soldi dello Stato per le cose già pronte, in modo che si possano immediatamente aprire i cantieri e non si debbano aspettare i tempi della burocrazia, che rischiano di farle partire ad anni di distanza. Tra i cantieri da avviare subito, il capo del Carroccio cita quello dell’ autostrada Pedemontana. Scettico invece sul ponte sullo Stretto: “Bisogna valutare bene se il ponte serve o non serve. Io non sono un esperto, ma quanto tempo fa guadagnare? Forse sarebbero meglio 100 aeroporti così portiamo in Sicilia svedesi, norvegesi e tedeschi”.