Il Medio Oriente è divenuto una questione europea

di isayblog4 16 views0

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A caso o con precisi obiettivi Washington ha consentito alla decisione di invitare l’ Iran alla conferenza di Trieste, che ha per tema Afghanistan e Pakistan? Il presidente americano Barack Obama dimostra apertamente che la prima preoccupazione degli Stati Uniti saranno gli Stati Uniti stessi. Passata, infatti, l’ era dell’ impero americano, che aveva sostituito il lungo impegno internazionale degli Stati Uniti nella Guerra fredda contro l’ Unione Sovietica. E questo accresce l’ importanza del ruolo degli Stati europei, soprattutto di quelli mediterranei, nel conflitto del Medio Oriente. Essi, però, non hanno la potenza militare americana e quindi devono agire per la via della diplomazia e dell’ economia, impegnandosi, nella guerra contro il terrorismo, a prendere parte a una lotta non solo contro al Qaeda ma contro i talebani in Afghanistan e in Pakistan, mentre gli Stati Uniti hanno scelto con Obama di non definire più tra i fini della loro politica militare la guerra contro il terrorismo.

Il passaggio tra l’ America di George W. Bush e l’ America di Obama è quindi un problema non solo per gli Stati Uniti ma anche per l’ Europa. I paesi europei non possono sostenere a ogni condizione Israele quale un punto fermo della politica estera e militare, come hanno fatto gli Stati Uniti. Per gli europei il problema palestinese e il problema afgano fanno parte dello stesso ordine, quindi il problema del Medio Oriente è un problema globale che può essere risolto solo con l’ accordo di tutti i paesi interessati, quindi in primo luogo dell’ Iran.

Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini è il primo tra i capi delle diplomazie europee a trattare con il nuovo segretario di Stato americano Hillary Clinton. E non a caso l’ oggetto del colloquio più importante tra i due è stato l’ assenso americano alla decisione italiana di invitare l’ Iran alla conferenza di Trieste, che ha per tema Afghanistan e Pakistan visti come un solo problema.

Questo conferma che l’ Italia è il migliore alleato degli Stati Uniti anche nell’ era della presidenza di Obama, il quale ha fatto dell’ Afghanistan un punto di riferimento fondamentale dell’ impegno americano in Medio Oriente. L’ Italia, con il governo Berlusconi, nel 2001 decise di non partecipare al gruppo di controllo internazionale sul nucleare iraniano. In tal modo ha potuto mantenere con il regime di Teheran rapporti più distesi e buone reazioni anche con la Federazione russa, impegnata per l’ assistenza allo sviluppo del nucleare civile in Iran. Ma tutto questo comporta anche un impegno diretto dell’ Italia sulla questione palestinese, che il governo Berlusconi del 2008 ha già avviato per la soluzione della questione di Gaza.

La politica estera mediterranea sarà insomma uno degli impegni fondamentali di questo governo Berlusconi. Non sarà facile. Le elezioni politiche israeliane non hanno ancora chiarito quali saranno le scelte che l’ esecutivo uscito dalle urne compierà in concreto sui rapporti con l’ autorità palestinese. Ma è certo che queste scelte avverranno necessariamente con una attenzione nuova al quadro mediorientale nel suo insieme. Il cambiamento americano incide su tutta la politica nel Medio Oriente e attribuisce ai paesi mediterranei europei una nuova responsabilità.

Fonte: Tempi.it

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