Biotestamento verso un’ intesa bipartisan

di isayblog4 19 views0

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Si sta andando verso un ddl condiviso tra opposizione e maggioranza, la quale ieri mattina ha presentato due emendamenti sul testamento biologico, dichiarandosi disposta ad accogliere alcuni emendamenti dell’ opposizione per arrivare a un testo condiviso da presentare in aula il 19 marzo. La proposta presentata in commissione Sanità del Senato da Raffaele Calabrò (Pdl), relatore del ddl, sostituisce i primi tre articoli del ddl con un solo articolo che riunisce i principi – guida del provvedimento. Eliminato l’ art. 2, comma, 2, in base al quale “l’ attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute, nonché all’ alleviamento della sofferenza non può in nessun caso essere orientata al prodursi o consentirsi della morte del paziente, attraverso la non attivazione o disattivazione di trattamenti sanitari ordinari e proporzionati alla salvaguardia della sua vita o della sua salute, da cui in scienza e coscienza si possa fondatamente attendere un beneficio per il paziente”.

In sintesi si rifiuta ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuti al suicidio, considerato che l’ attività medica, in quanto esclusivamente finalizzata alla tutela della vita e della salute oltre che all’ alleviamento della sofferenza, non può essere orientata a produrre o consentire la morte del paziente. Via anche l’ art. 3, che riguarda l’ accanimento terapeutico. Dall’ obbligo per il medico di “astenersi da trattamenti sanitari straordinari, non proporzionati, non efficaci o non tecnicamente adeguati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura e/o di sostegno vitale del medesimo”, si passa alla “possibilità per il medico, in condizione di morte prevista come imminente, di astenersi dai trattamenti straordinari proporzionati, non efficaci o non tecnicamente adeguati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura”. Poi c’ è il capitolo importante sulle cure palliative.

Il nuovo articolo 1 recepisce le proposte in un primo tempo giudicate inammissibili (e sulle quali si era battuto il senatore Pd Ignazio Marino) e afferma che, in condizioni di morte imminente, il paziente ha diritto “ad essere protetto contro il dolore attraverso l’ applicazione di tutte le terapie antidolorifiche disponibili e promuove la diffusione delle cure palliative”. Apertura anche sugli hospice (centri residenziali di cure palliative facenti parte della rete di assistenza ai malati terminali) altro tema caro al chirurgo Marino: ci si impegna “a garantire politiche sociali ed economiche volte alla presa in carico del paziente, in particolare dei soggetti incapaci di intendere e di volere e della sua famiglia”. Infine la sostituzione della figura del notaio con quella del medico curante per quanto riguarda le dichiarazioni anticipate di trattamento, che vengono conservate in un apposito registro presso il ministero del Welfare, cui spetta “stabilire i termini e le forme entro i quali i soggetti vorranno compilare la Dat”.

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