C’ è una gran voglia di ricucire, fra i vertici dello Stato. Il tentativo di ridimensionare le tensioni istituzionali sul caso di Eluana Englaro ieri è diventato esplicito: fra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi; e fra il Quirinale e la Santa Sede. È emersa una volontà comune di diplomatizzare lo strappo consumatosi con la morte della donna in coma da diciassette anni. Il primo segnale è arrivato martedì, nel colloquio al Quirinale fra il presidente della Repubblica ed il premier, accompagnato dal sottosegretario a palazzo Chigi, Gianni Letta. La nomina di Paolo Grossi come giudice costituzionale ha rappresentato un primo gesto di concordia ritrovata. Ma non solo con Berlusconi. La scelta di Grossi, stimato anche in Vaticano, viene letta come un indizio di tregua: sebbene preparata da tempo. E ieri è arrivato il secondo passo, in una cornice che favoriva e quasi obbligava alla concordia: la cerimonia per l’ 80˚ dei Patti lateranensi. Poteva rivelarsi un’ occasione di imbarazzo; invece, è servita a ridurre le distanze e limitare i malintesi.
L’ invito di Napolitano alla collaborazione feconda fra Stato e Santa Sede è arrivata poco prima dell’ incontro con i vertici vaticani. Ed ha finito per segnare positivamente il clima dei colloqui. Lo stesso presidente della Camera, Gianfranco Fini, che aveva detto parole accolte con irritazione dalle gerarchie cattoliche, ha cercato il dialogo. La sua conversazione col segretario di Stato, Tarcisio Bertone, e col presidente della Cei, Angelo Bagnasco, ha accreditato un disgelo, per quanto parziale. Ma soprattutto, ha colpito l’ insistenza con la quale Berlusconi si è premurato di affermare che con Napolitano non ci sarebbe mai stata nessuna distanza: un modo per cercare di allontanare i sospetti di un rapporto non risolto. L’ ombra del caso Englaro, infatti, non sembra dissolta.
La legge sul testamento biologico fa dire al premier che si cercherà una proposta condivisa come vuole il Quirinale. Ma il capo del governo sottolinea anche una completa unità di vedute con la Chiesa. E ieri il cardinale Camillo Ruini, ex presidente della Cei, ha avvertito che la prossima legge dovrà escludere eutanasia ed accanimento terapeutico; e che non si dovrà rinunciare a idratazione e nutrizione, pessima forma di eutanasia. Per questo, Berlusconi appare più convincente ed a proprio agio quando rivendica il clima entusiastico fra palazzo Chigi e Santa Sede.
Di fatto, è diventato l’ interlocutore principale del Vaticano: anche perché le gerarchie cattoliche criticano puntualmente l’ ostilità della Lega contro gli immigrati. Quanto all’ opposizione, i tormenti del Pd hanno giustificato la sua assenza quasi totale dalle cerimonie di ieri. Ma anche in una situazione normale, le distanze fra Santa Sede e Pd sarebbero risultate ugualmente vistose, quasi imbarazzanti. È un altro dei buchi neri strategici che i successori di Walter Veltroni dovranno analizzare a fondo per risalire la china.
Fonte: Il Giorno