Tolte al Sindaco di Milano le competenze sulle infrastrutture. Privilegiato Formigoni. I pochissimi che l’ hanno vista a Palazzo Marino l’ hanno trovata “amareggiata, ma determinata”. Da alcuni giorni Letizia Moratti era stata avvertita che il ministro dell’ Economia Giulio Tremonti – con l’ appoggio di Ignazio La Russa e del leader della Lega Umberto Bossi – sarebbe stata costretta a rinunciare al fidato Paolo Glisenti come prossimo amministratore delegato della società di gestione dell’ Expo. Ma non sapeva ancora che avrebbero tolto alla Expo Spa e a lei, in qualità di commissario straordinario, le competenze sulle infrastrutture direttamente collegate al sito espositivo, che saranno invece di competenza del Tavolo Lombardia, in ultima analisi del governatore Roberto Formigoni. Così si è deciso ad Arcore. Una decisione sostenuta anche da Bossi. Un colpo basso per Letizia Moratti, che ha sempre sostenuto di avere ottimi rapporti personali con Bossi. Ma il Senatùr aveva i suoi motivi, anche in previsione che l’ anno prossimo, al termine del mandato di Formigoni, ai piani alti del Pirellone si possa insediare il sottosegretario leghista Roberto Castelli.
Ma la Moratti non si arrende, sicura che nessuno potrà levare i poteri che il decreto emanato lo scorso novembre da Berlusconi attribuisce a lei, commissario per l’ Expo, l’ultima parola anche sulle infrastrutture. “Un commissario c’ è già e sono io”, ha rimarcato Moratti tre giorni fa da Napoli. Ora la partita riprende da qui, con molta amarezza per i mesi persi e per il veto su Glisenti. A chi l’ ha sentita nelle ultime ore ha spiegato il suo passo indietro come tentativo di impostare un percorso condiviso evitando di far prevalere l’ amarezza personale sulle responsabilità istituzionali. E, soprattutto, ogni ulteriore contrapposizione sull’ Expo, evento che, come ha spesso ripetuto Moratti, non è suo personale, ma è decisivo per il rilancio del Paese.
Il sindaco sembra deciso a giocare fino in fondo la partita. La prima mossa sarà la scelta dell’ ad della Expo Spa. Ad Arcore Moratti ha ottenuto di scegliere il nome, un nome che dovrà avere pieni poteri e un forte appoggio dallo stesso Berlusconi. Si è fatto il nome di Lucio Stanca, ex ministro e collega di governo di Moratti. Ma c’ è chi propone un tecnico più esperto di cantieri che di politica. E non solo. Andranno divisi anche gli assetti della società di gestione e altri nomi saranno fatti per il prossimo vertice per l’ Expo, non ancora fissato. Eppure la Moratti, che ha lavorato due anni e mezzo per conquistare l’Expo, aveva migliori rapporti con il governo di Prodi che con questo. Qualcuno ha previsto perfino che non verrà ricandidata a sindaco, perché si è dimostrata troppo indipendente. “Si sente super partes, ma senza i voti di Forza Italia non sarebbe stata eletta – accusa un deputato milanese del Pdl -. La verità è che Letizia non è isolata, ma si è autoisolata”.