L’ orientamento prevalente è quello di affidare a Dario Franceschini la guida del partito fino al congresso. Frastornato per l’ improvvisa uscita di scena di Veltroni, al gruppo dirigente del Pd è sembrata questa la via d’ uscita più praticabile. Tuttavia, si è aperta una riflessione all’ interno del partito. La soluzione-ponte di Franceschini non è convincente per la maggior parte dei dirigenti, che ha molti dubbi al riguardo. Dubbi che riguardano la solidità dell’ operazione che rischia di essere percepita come una soluzione da “ceto politico” e non in grado di intercettare la richiesta di cambiamento che viene dalla base del partito. Per questo, infatti, viene giudicata importante la riunione di ieri sera con i segretari regionali a cui ha partecipato Dario Franceschini. Un incontro per sondare gli umori del territorio e capire se c’ è il sostegno alla “reggenza” dell’ attuale numero due del Pd.
Tra quelli che sostengono apertamente la soluzione-ponte ci sono, tra gli altri, Antonello Soro, Anna Finocchiaro, Piero Fassino, Pier Luigi Bersani. E, innanzitutto, Walter Veltroni è contrario ad un congresso anticipato. “Veltroni lo ha detto chiaramente anche durante la conferenza stampa spiegando che se vogliamo fare un congresso vero – dice Tonini – con piattaforme politico-programmatiche diverse, ci dobbiamo prendere il tempo necessario perché una cosa così non si fa in un mese. Ma bisogna fare in fretta. Accanto alla soluzione Franceschini, infatti, c’ è un altro piatto della bilancia ovvero il clima di volontà di cambiamento che viene dalla base del partito”.
Quello che accomuna i componenti del Pd è l’ esigenza di non tenere il partito senza un punto di riferimento. Per questo, al coordinamento, è stata condivisa da tutti la decisione di convocare subito l’ assemblea costituente che si terrà sabato alla nuova Fiera di Roma. La platea dovrà decidere se eleggere Franceschini o se invece votare per l’ altra soluzione prevista dallo Statuto del Pd: primarie per il nuovo segretario. Anna Finocchiaro, ad esempio, è fermamente convinta che per la situazione drammatica in cui si trova il Pd sarebbe una follia andare al congresso con il rischio di far esplodere il partito. Del resto la scelta di andare su Franceschini è anche calibrata sul mantenimento degli equilibri nel partito.
Nelle scorse ore è stata avanzata la candidatura alternativa di Piero Fassino. Enzo Carra ha subito espresso parere contrario, sostenendo che in questo momento più che un traghettatore provvisorio serve un gruppo dirigente autorevole che rappresenti tutti le parti del Pd. Altre le perplessità attorno alla reggenza Franceschini: infatti se la maggior parte del gruppo dirigente sostiene la necessità di affidare la guida del partito a Franceschini, le cose cambiano di fronte alla possibilità che poi si candidi al congresso. L’ eventualità non va bene a Enrico Letta, a Rosy Bindi, a Goffredo Bettini né ad alcuni Ds ad esclusione dicono di Pier Luigi Bersani e già circolano voci su un presunto ticket con il ministro ombra dell’ Economia al congresso.