Un nuovo deliro di onnipotenza. Tutto va bene, tutto è migliore di prima. Abbiamo fatto questo, fatto quest’altro e continuiamo a promettere di fare altro ancora. Insomma il solito Berlusconi che davanti le telecamere ed evitando ogni confronto possibile, dà il resoconto di fine anno di quanto sia stato bravo e di quanto lo sarà anche il prossimo anno. Un copione sbagliato, trito che ormai non incanta più nessuno ma che evidenzia gli ultimi colpi a salve del declino del berlusconismo.
Nei 46 minuti del suo discorso, Berlusconi ha elencato tutte le manovre compiute e poi promesso nuove riforme come quella della giustizia, alla ripresa dei lavori parlamentari e con il prossimo Cdm, più la riforma degli ammortizzatori sociali. Ma non solo. Il ritorno al nucleare e il riavvio delle grandi opere. E soprattutto ottimismo, tanto ottimismo, come la cura per risolvere ogni male. Del resto, la colpa della crisi a suo giudizio è dell’opposizione e dei giornalisti perché sono troppo pessimisti.
Il colpo di scena questa volta è la promessa della riforma dell’interno ordinamento e il passaggio al presidenzialismo. Peccato che solo l’indomani della dichiarazione choc è arrivata subito la prima smentita da parte della Lega che con Bossi prima e Calderoli poi hanno bocciato le proposte del premier. “Il presidenzialismo? E’ un’idea che ha sempre avuto Berlusconi. Noi non abbiamo mai pensato al presidenzialismo”. Così il ministro per le Rforme che ha aggiunto “ora pensiamo al federalismo poi vediamo…”. “Presidenzialismo? Io con ‘ismo’ conosco solo il federalismo”, ha chiosato invece con una battuta il ministro della Semplificazione normativa.
Per il Partito Democratico, quello di Berlusconi è stato l’ennesimo tentativo per confondere le acque e distogliere l’attenzione dalla crisi economica e finanziaria. Non è tempo di dibattiti sul
presidenzialismo ma di incisive iniziative di governo per fronteggiare la crisi.
Per Pierluigi Bersani ministro ombra dell’economia, “abbiamo appreso che il governo del mondo esiste già e che il capo del governo è lui. Abbiamo imparato che la crisi devono risolversela da soli i
cittadini smettendola col cattivo umore e abbiamo capito che almeno lui passerà un buon Natale”.
“Il presidente del Consiglio getta nello stagno il sasso del presidenzialismo per confondere le acque e distogliere l’attenzione dall’unico tema che davvero interessa al Paese, quello della crisi economica e finanziaria, che con l’anno nuovo farà sentire ancora più pesantemente i suoi effetti”. Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture del governo ombra, Andrea Martella.
“Nel frattempo – ha proseguito Martella – rimangono ancora senza soluzione le urgenti questioni che toccano la vita di milioni di italiani: i mutui con il tasso più alto d’Europa, la stretta creditizia alle imprese, il rischio concreto per centinaia di migliaia di lavoratori di vedere i loro redditi ridimensionati o azzerati. I generici richiami all’ottimismo risultano, francamente, sempre più stonati e fuori luogo”. “I distinguo di Bossi, del resto, la dicono lunga sull’insofferenza che monta, in pezzi della sua stessa maggioranza, verso la tecnica degli annunci spot. O forse, più probabilmente, Bossi è costretto a fare la voce grossa perché vede il federalismo sfuggirgli via”.
“Non solo il presidente del Consiglio non è in grado di risolvere i problemi del Paese – è stata la conclusione di Martella –, ma neanche di onorare gli impegni presi, come nel caso del federalismo, per tenere insieme la sua maggioranza”.
“Fa piacere che Berlusconi dichiari che gli ammortizzatori sociali sono una priorità per il governo. Lo sono anche per noi è da tempo che lo diciamo. Bisogna che convinca Tremonti a mettere risorse aggiuntive, sufficienti e strutturali, anziché fare interventi a rate. Le nuove risorse annunciate dal
Premier sono la terza variazione all’alto dopo il primo modesto stanziamento di 450 milioni di euro per le casse integrazioni in deroga, addirittura 20 milioni in meno di quanto destinato dal governo Prodi nel 2007, in un momento di assenza di crisi. Il Partito democratico continuerà ad esercitare la sua pressione affinché le risorse stanziate siano veramente adeguate a livello della crisi esistente.” Lo ha dichiarato Cesare Damiano viceministro del Lavoro del Governo Ombra.
Per Lanfranco Tenaglia, ministro della giustizia del governo ombra, “Berlusconi continua a lanciare ultimatum sulla giustizia. Vuole ridurre l’autonomia e l’indipendenza della magistratura sottoponendo il pubblico ministero a controlli che non specifica e quindi, dobbiamo pensare, al controllo del potere esecutivo. La sottrazione al pm della direzione della polizia giudiziaria produrrebbe una grave diminuzione delle garanzie dei cittadini e quindi dell’uguaglianza di fronte alla legge. Non ci sembra davvero questo il modo per arrivare ad una riforma della giustizia condivisa e che soprattutto serva ai cittadini e al Paese.”
Per Andrea Orlando portavoce del PD, “Berlusconi parla di un’azione di governo che vede solo lui, annuncia cantieri, centrali nucleari, un ipotetico raddoppio degli ammortizzatori sociali, da conto addirittura di un ruolo da apripista dell’Italia nella politica economica europea. Tutte cose di cui non si vede alcuna traccia nella realtà. Più che una conferenza stampa di fine anno un videogioco. In compenso non dice nulla su come il governo intende rilanciare l’economia, sostenere le famiglie, contenere la crescita della disoccupazione, dare una mano alle imprese. Pensa di cavarsela dando al colpa a Romano Prodi e al governo precedente per le condizioni ovviamente difficili della nostra
finanza pubblica. Trascura di ricordare che Romano Prodi a giudizio della Ue, mai così invocata in questi giorni dal centrodestra, ha migliorato significativamente in 18 mesi i conti pubblici rispetto a quelli lasciati dal governo che lo avevo preceduto che era guidato da un certo Silvio Berlusconi.
Il presidente del Consiglio non può fare il marziano, in questi 15 anni è stato l’uomo politico più potente del Paese. Se l’Italia è oggi ridotta male gran parte delle responsabilità sono sue. Da chi guida il governo di fronte a una gravissima crisi economica e finanziaria non si pretendono i miracoli ma almeno una ricostruzione realistica delle condizioni di difficoltà del paese e una proposta per il futuro che offra davvero una speranza agli italiani.
“Berlusconi torna a parlare di nucleare ma non sa fare i conti. E’ difficile ragionare con chi confonde le acque e dipinge il nucleare come una fonte di energia sicura, pulita, illimitata e di basso prezzo. Ma non è così, purtroppo. Anche tralasciando le questioni irrisolte di sicurezza e scorie, il nucleare ha segnato il passo in questi anni in Occidente proprio per i costi elevati. E’ per questo che negli USA, dove il settore energetico è tutto privato, non si fanno nuove centrali nucleari dal ‘78, ben prima di Chernobyl. E la Germania, che pure vuole ridurre del 40% entro il 2020 le emissioni di CO, ha confermato che per quella data chiuderà le sue centrali”, lo ha affermato Ermete Realacci, Ministro dell’Ambiente del Governo Ombra del PD, commentando le dichiarazioni di Silvio Berlusconi di un ritorno al nucleare nel nostro paese. “Intanto”, ha aggiunto Realacci,” mentre si parla di nucleare si distoglie l’attenzione rispetto a quello che l’Italia deve fare da subito per affrontare la sfida del clima, la dipendenza dai combustibili fossili, i rischi di approvvigionamento e di aumento dei prezzi del petrolio. A cominciare dal taglio agli eco-incentivi nell’edilizia, una misura che oltre a portare notevoli benefici in efficienza energetica riduzioni di emissioni di Co2, ha portato considerevoli vantaggi anche alle tasche dei cittadini.”
“E mentre in America Obama, per rilanciare l’economia lancia un massiccio piano di investimenti con 150 miliardi di dollari in risparmio energetico e fonti rinnovabili, per produrre 5 milioni di nuovi occupati”, ha concluso Realacci, “il nostro Premier ci propone ricette di un’altra epoca”.