Veltroni: Subito pulizia nel partito. Di Pietro: Via dalle giunte campane

di isayblog4 20 views0

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Una lunghissima riunione del coordinamento: tre ore di analisi per uscire dall’angolo. Walter Veltroni ora guarda a un altro giorno difficile, quello di domani quando si riunisce la direzione. All’emergenza si risponde scegliendo un metodo che tenga insieme tutte le anime del Pd: il segretario ha ascoltato i membri dell’esecutivo, oggi sentirà altri dirigenti nazionali e locali, poi scriverà una relazione “unitaria”, spiega il portavoce Andrea Orlando.

Il chiarimento tanto atteso, in un momento così delicato, alla fine si trasformerà in un tentativo di blindatura. Anche il voto finale non sarà la conta che molti si aspettavano prima della bufera giudiziaria. Non ci si esprimerà più probabilmente sulla relazione del segretario, ma su un documento finale al quale tutti saranno chiamati a partecipare. Un documento che dovrà essere un segnale di forte unità.

Ma andranno registrate alcune delle questioni emerse ieri. Piero Fassino (e con lui Pierluigi Bersani) ha contestato l’idea dei vecchi partiti che risucchiano il nuovo Pd: “Non scarichiamo le colpe di oggi sulle esperienze precedenti”. Acceso il confronto anche sulle primarie. Ormai una larga parte del partito è favorevole a una frenata della consultazione diretta, Veltroni compreso.

Goffredo Bettini insiste per un ricambio accelerato: “Non possiamo aspettare il congresso”. Il segretario domani parlerà dell’etica della politica e insisterà per un forte ricambio dei dirigenti, per l’innovazione, per la nascita vera del partito nuovo. La questione morale sarà al centro del suo discorso di domani. Ma lascerà ad altri il compito di illustrare le nuove misure per tutelare il partito dalle indagini di tutta Italia. Il presidente del collegio dei garanti Luigi Berlinguer presenterà un aggiornamento dello statuto che oggi non prevede sanzioni nemmeno per gravi casi di coinvolgimento in procedimenti penali.

Anche i commissariamenti, secondo le regole attuali, non sono appannaggio della segreteria centrale. Diventeranno più semplici per Veltroni e il gruppo dirigente. Così scatteranno i provvedimenti per la Sardegna, l’Abruzzo e forse altre regioni. “Dobbiamo stabilire un principio d’ordine”, spiega il deputato Salvatore Vassallo che contribuisce a scrivere quella che assomiglia a una nuova “legge speciale” per affrontare l’emergenza arresti. Sono integrazioni previste, obbligate, dicono, ma danno il segno di un partito nella bufera.

Il rilancio dello spirito di innovazione significa che Veltroni considera ancora salda la sua leadership. E che non ci sono sponde per chi la contesta, per chi l’ha messa nel mirino. Della fase di piena emergenza però è figlia la proposta di Sergio Chiamparino. “Se vogliamo farci gratuitamente del male parliamo pure di sostituire Veltroni – dice il sindaco di Torino all’Espresso -. Io pongo un altro problema: va costruito intorno a Walter un assetto che garantisca la rappresentanza reale del Pd nel paese. La situazione è drammatica. Serve un segnale di straordinarietà. Un gabinetto di crisi che guidi il Pd nei prossimi mesi”.

Alla direzione è destinato a rispuntare il tema di un partito più radicato sul territorio, della nascita di una serie di leadership locali. Non a caso anche il sindaco di Firenze Leonardo Domenici sostiena la proposta di Chiamparino. “Dobbiamo passare da un Pd federazione di correnti a un Pd federazione di territori”, insiste il primo cittadino torinese.

Certo, Antonio Di Pietro non molla l’osso. Vuole dare il colpo di grazia al Pd. Eppure raccontano di un Veltroni che sul tema dell’alleanza con l’ex pm non ha intenzione di dilungarsi troppo. Non crede che sia lì il punto. Il leader dell’Italia dei Valori attacca: “La questione morale non è stata risolta siamo ancora in mezzo al guado e noi non possiamo restare a guardare. Il Pd invece di prendersela con noi dovrebbe fare un bel bagno di umiltà”. Lui reagisce a modo suo, con messaggi efficaci nella sua chiarezza. Via dalla giunta di Napoli, per cominciare. Via da tutte le giunte campane “finché non sarà risolto il nodo della questione morale”. E Tonino sarà a Napoli lunedì per rendere ancora più scenografica questa decisione. All’ex pm risponde Dario Franceschini: “Le alleanze non vanno decise adesso. Ma non creiamo un’inutile competizione tra di noi”.

www.repubblica.it

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