Il sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, che è anche segretario regionale del Pd, è stato arrestato questa sera dalla polizia giudiziaria su ordine della procura della repubblica di Pescara con l’accusa di concussione. D’Alfonso è agli arresti domiciliari.
Assieme all’esponente del Pd sono state arrestate altre due persone: l’imprenditore dei servizi cimiteriali di Pescara, l’imprenditore Massimo De Cesaris, e l’ex braccio destro del sindaco Guido Dezio, dirigente dell’ufficio appalti e patrimonio del Comune, già arrestato a maggio per concussione e tentata concussione. Anche loro sono ai domiciliari.
L’inchiesta riguarda la gestione dei cimiteri, affidata da qualche tempo dall’amministrazione ad alcuni privati. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e alla concussione, truffa, falso e peculato.
I pm di Pescara avrebbero accertato movimenti di denaro tra De Cesaris e Dezio. Da fonti della Procura si apprende che nel corso di una perquisizione in casa di Dezio sarebbero stati trovati elenchi di passaggio di denaro dalla ditta di De Cesaris. Sarebbero stati poi riscontrati effettivamente movimenti di denaro, con tanto di prove. Secondo l’accusa, Dezio avrebbe chiesto denaro alle imprese verso le quali aveva potere di proroga dei contratti d’appalto.
Nel colloquio della scorsa settimana con il pm Varone D’Alfonso si sarebbe difeso dicendo di non sapere nulla di questi movimenti, e avrebbe anche confermato al giudice le sue dimissioni – da sindaco e da segretario regionale del Pd – ma l’atto non è stato sufficiente a impedire al Gip De Ninis di emettere il provvedimento restrittivo.
D’Alfonso – sempre secondo fonti della Procura – avrebbe annunciato ufficialmente le dimissioni solo domattina. Voci sul suo imminente arresto si erano rincorse per tutta la giornata, ma erano state smentite e lo stesso sindaco aveva emesso una nota in cui affermava che era al lavoro in Comune, poi era apparso anche in televisione e aveva commentato i risultati delle elezioni regionali. Si era assunto la responsabilità del risultato negativo del Pd e aveva messo a disposizione il mandato da segretario regionale. In serata aveva presieduto una giunta. Quindi era uscito dal Comune e dopo le 22.30 gli agenti della squadra mobile guidati da Nicola Zupo, gli hanno notificato a casa l’ordine di custodia cautelare ai domiciliari, firmato dal Gip De Ninis su richiesta del Pm Gennaro Varone.
Al sindaco di Pescara era già stato notificato più di un avviso di garanzia nell’ambito di diversi filoni di indagini. Il 5 gennaio scorso era stato interrogato in Procura per quattro ore e il verbale era stato secretato. All’epoca era stato il costruttore Aldo Primavera a denunciare presunti abusi e favoritismi nei confronti dei “soliti” imprenditori. Aveva detto di aver pagato per anni tutti “ma qui non si sblocca nulla” fornendo alla squadra mobile anche una “prova” contro l’attuale amministrazione: un “fondaco” ad uso gratuito la cui piena disponibilità era all’ex segretario particolare del sindaco, Dezio. Il primo cittadino, ma anche i suoi familiari, erano stati sottoposti ad accertamenti bancari e patrimoniali. D’Alfonso, nell’ambito di un’altra inchiesta, è anche accusato di abuso patrimoniale proprio per l’assunzione in Comune di Guido Dezio a un livello superiore. Dezio, a sua volta, deve rispondere di abuso e falso ideologico perché avrebbe attestato il falso nel presentare i requisiti per partecipare al concorso.
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