Paradossi della politica italiana. Dopo la lettera al Corriere della Sera del segretario del PD, Walter Veltroni, che rivendica l’intenzione del PD di evitare l’autoindulgenza; è Silvio Berlusconi da quell’Abruzzo in cui il candidato Pdl alla presidenza della regione Gianni Chiodi si è distinto per il voto di scambio promosso via web, ad attaccarci affermando: “La questione morale? E’ innegabile che ci sia, c’è assolutamente nel Pd “. Immediata la dura replica del vicesegretario del PD, Dario Franceschini: “Berlusconi che parla di questione morale al Pd? E’ l’ultimo uomo al mondo che può permettersi di farlo. Provi a ripetere la stessa frase davanti allo specchio e vedrà che non ci riuscirà neppure lui per la vergogna”. Mentre Giuseppe Fioroni, coordinatore dell’area Organizzazione del Pd, rispolvera il detto popolare del bue che dà del cornuto all’asino: “Sono soddisfatto che il presidente del Consiglio si accorga che l’etica riguarda anche la politica. Anche in questo caso, però, lo fa con due pesi e due misure. Per sé stesso e per i suoi amici – aggiunge Fioroni – si invocano i complotti, le cospirazioni, le aggressioni e si fanno leggi ad personam. Per gli altri, c’è subito una condanna senza se e senza ma. Noi siamo abituati a rispettare i magistrati e ad aspettare gli esiti prima di ogni commento e di ogni avventato giudizio – e conclude – sarebbe troppo facile liquidare il tutto con il bue che dice cornuto all’asino, ma almeno il premier abbia il senso del limite e della decenza”. Sulla stessa linea Anna Finocchiaro. La capogruppo in Senato invita il premier a “un’esame di coscienza”. Chiude la questione Paolo Gentiloni, responsabile della Comunicazione PD: “Se c’è un tema di cui proprio Berlusconi non dovrebbe azzardarsi a parlare è la questione morale. Con le sue dichiarazioni, con i suoi comportamenti, con i suoi perenni attacchi alla magistratura in questi 15 anni ha dato al Paese un esempio etico e morale tutt’altro che nobile. Da simili cattivi maestri il Pd non può e non deve accettare nessuna lezione”.
Accuse lanciate in modo incosciente con ancora fresca di stampa la lettera in cui Veltroni si riferisce all’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e a Giorgio Napolitano riaffermando l’impegno dei democratici nel “selezionare i propri dirigenti e i propri rappresentanti sulla base della loro capacità politica e insieme, indissolubilmente, della loro moralità e trasparenza, ben al di là degli stessi vincoli di legge e senza delegare questa fondamentale funzione al pur essenziale controllo di legalità da parte della magistratura”.
Mentre il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, per chiedere un’informazione corretta sulle indagini che toccano la giunta si è presentato davanti alla sede de La Repubblica con due giri di catena attorno alla vita e un cartello scritto a mano, in segno di protesta. “Voglio dire a tutti che la mia giunta è pulita e che io non ho fatto nulla di cui vergognarmi” ha spiegato Domenici.
Degli assessori si dice “fiducioso che possano dimostrare la loro innocenza. Ma quella storia con me non c’entra”, precisa.
Per il portavoce del PD, Andrea Orlando “Quella di Leonardo Domenici è la reazione di una persona per bene, di un amministratore serio e onesto che si è sempre speso per il bene della sua città e della collettività – Domenici è alla fine del suo secondo mandato come primo cittadino di Firenze e ieri il segretario del Pd aveva ribadito la sua fiducia in lui e nel sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino -, e che oggi si sente colpita nella sua dignità, per di più in una situazione di grande tensione come quella fiorentina. Da questo punto di vista comprendiamo e interpretiamo il suo gesto”.