I latini dicevano “excusatio non petita…”, ma in politica si sa che è così. Quindi non stupisce, anzi avrebbe stupito il contrario, che dopo la pubblicazione di alcune indiscrezioni di stampa su un suo possibile coinvolgimento nell’inchiesta della Procura di Salerno sul tentativo di delegittimare l’ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris, il vice presidente del Csm Nicola Mancino va all’attacco. “Non vorrei che su di me ci fosse l’ombra del sospetto – ha detto -. Se una campagna di stampa dovesse incidere sulla mia autonomia, non esiterei a togliere l’incomodo”.
Lo sfogo di Mancino è avvenuto durante la riunione del plenum del Csm. Il vice presidente ha espresso “stupore e amarezza” per la vicenda e ha incassato la solidarietà dei consiglieri di tutti i gruppi togati e laici. Al suo intervento è seguito un dibattito nel corso del quale non sono mancati toni molto preoccupati.
“C’è un attacco fortissimo al Csm come Istituzione costituzionale”, ha detto Giuseppe Maria Berruti di Unicost, che ha parlato di “un mix oggettivo di cattivi magistrati e cattiva politica che rifiutano i percorsi della democrazia”. “C’è un attacco al sistema delle regole e ci sono magistrati che guardano con sospetto ai controlli”, ha aggiunto con parole che sembrano riferirsi alla Procura di Salerno.
Indagate sette toghe di Salerno
Sette magistrati della Procura di Salerno, fra cui il procuratore capo Apicella, sono indagati dalla Procura generale di Catanzaro. I magistrati di Salerno sono indagati nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla Procura generale di Catanzaro relativa al sequestro della documentazione delle indagini Why Not e Poseidone eseguito martedì scorso dai magistrati campani a Catanzaro.
Al momento non si sono apprese le ipotesi di accusa nei confronti dei magistrati di Salerno. Oltre al sequestro degli atti delle due inchieste, i pm della Procura di Salerno hanno eseguito anche numerose perquisizioni nei confronti di magistrati della Procura generale e della Procura di Catanzaro. L’inchiesta della Procura di Salerno e’ scaturita dalle denunce fatte dall’ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, circa l’avocazione dell’inchiesta Why Not da parte della Procura generale.
Il presidente Napolitano chiede gli atti dell’inchiesta
Atti e informazioni sulla vicenda De Magistris sono stati chiesti dal Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, al Procuratore Generale presso la Corte di appello di Salerno. La richiesta è stata avanzata su preciso mandato del capo dello Stato, Giorgio Napolitano dopo la decisione di sequestrare atti di inchieste condotte dall’ex pm della procura di Catanzaro De Magistris ora in servizio a Napoli.
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