La Commissione europea ha adottato il piano di stimolo dell’economia per affrontare la crisi: 170mld proverranno dagli Stati membri, e 30mld da fondi comunitari.
È quanto ha annunciato il presidente dell’esecutivo Ue José Manuel Barroso , il quale ha ufficialmente confermato che il piano proposto corrisponde all’1,5% del Pil dei Ventisette, e cioé 200mld di euro, dato dunque più elevato rispetto all’1% annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell’Economia tedesco Michael Glos. Questa somma è così composta: 1,2% verrà dai bilanci nazionali degli Stati membri, mentre lo 0,3% da fondi comunitari che corrispondono alle cifre indicate.
”È una risposta senza precedenti contro una crisi senza precedent”, ha detto Barroso in conferenza stampa a Bruxelles spiegando che il pacchetto prevede ampie misure per ”sostenere l’occupazione, finanziare il business, investire in infrastrutture ed energia ed edilizia sostenibile”. Quindi si è appellato ai Paesi membri ”affinché applichino velocemente il piano Ue”. ”Le misure che gli Stati membri adotteranno, possono non esser identiche ma dovranno essere coordinate” ha spiegato ancora il presidente dell’esecutivo Ue dicendosi ”convinto che questa iniziativa sarà molto sostenuta dagli Stati membri, sono convinto che il Consiglio europeo (dell’11 e 12 dicembre) darà il suo sostegno chiaro”.
Barroso ha poi voluto sottolineare che non vi sarà alcuna nuova modifica del Patto di stabilità e crescita, poiché in gioco è la credibilità dell’euro. “Non prevediamo – ha dichiarato Barroso – alcuna flessibilità aggiuntiva, il Patto prevede già flessibilità. È vero che siamo in una situazione eccezionale, e per questo utilizzeremo il massimo della flessibilità che il Patto già prevede”. In effetti, ha spiegato il presidente della Commissione, “se lo facessimo ci sarebbero effetti negativi sull’euro”, perché “non è possibile avere un euro credibile senza un Patto di stabilità credibile”.
Sulla stessa linea il commissario europeo agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia, il quale ha precisato che per affrontare la crisi economica agli Stati membri sarà concesso uno sforamento del parametro del 3% del Pil per i deficit, ”ma restando vicini a questa soglia, il che vuol dire solo pochi decimi, e per un periodo ridotto, dunque non oltre un anno”.
Adnkronos/Aki/Ign