L’Ocse peggiora le previsioni: Recessione più lunga in Europa

di isayblog4 21 views0

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L’Ocse traccia un quadro a tinte fosche della crisi, sia per l’Italia che per tutta l’Europa. Nell’Economic Outlook, pubblicato oggi, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha peggiorato ulteriormente le sue previsioni di crescita per Eurolandia.

Le famiglie italiane “probabilmente resteranno caute” sui consumi e “la crescita dei consumi potrebbe non riprendere se non alla fine del 2009”. L’Ocse nota un “forte aumento” della quota dei redditi destinata ai risparmi nel 2008, e si aspetta un aumento della disoccupazione fino a tutto il 2009″.

Prevista un’espansione del prodotto interno lordo dei Quindici dell’1% nel 2008, una contrazione (-0,6%) nel 2009 e un ritorno alla crescita nel 2010 (+1,2%).
Le stime anticipate lo scorso 13 novembre indicavano rispettivamente +1,1%, -0,5% e +1,2%.

In Italia “la recessione, iniziata all’inizio dell’anno, è probabile che si trascini per gran parte del 2009, come in molti altri paesi dell’Ocse”. L’Ocse prevede “ulteriori cali del prodotto interno lordo fino a fine 2009” a fronte di “condizioni creditizie interne più difficili”, della crisi finanziaria globale e delle “continue perdite di competitività sui costi”.

Molti fra i 30 paesi dell’Ocse “si trovano, o stanno per trovarsi, in una recessione durevole e con un’intensità che non si vedeva dall’inizio degli anni ’80. L’Ocse parla di un vero e proprio “blackout” finanziario seguito alla bancarotta di Lehman Brothers. “Le incertezze relative a questa versione dell’Outlook sono eccezionalmente elevate, specialmente per quanto riguarda la velocità con cui la crisi dei mercati finanziari sarà superata”, dice nell’editoriale il capo economista dell’Ocse Klaus Schmidt-Hebbel.

Nei 30 paesi membri dell’Ocse “l’inflazione scenderà rapidamente. Alcuni paesi corrono il rischio, per quanto limitato, di una deflazione”, scrive Klaus Schmidt-Hebbel, prevedendo, in particolare, un ritorno della deflazione in Giappone. Secondo gli economisti dell’Ocse, nel complesso, “preoccupa particolarmente” la possibilità che la debolezza dell’economia reali peggiori la crisi finanziaria portando ad “un’ulteriore riduzione dell’indebitamento, ad un inasprimento creditizio e ad ulteriori pressioni per l’economia reale, inclusa la possibilità di deflazione”.

L’Ocse vede nero anche per la crescita economica di Usa ed Eurolandia nel quarto trimestre. “La contrazione più forte dell’attività economica a fine anno si vedrà negli Stati Uniti” – si legge nell’Economic Outlook – dove continuano a scendere i consumi, i redditi reali e i prezzi delle case. Quanto a Eurolandia, “il Pil si è contratto sia nel secondo che nel terzo trimestre e probabilmente scenderà anche nel quarto”.

Gli esperti dell’Ocse prevedono che, nel 2009, sia gli usa che la zona euro registrino un Pil in calo nella prima metà dell’anno, con una ripresa “graduale” in Europa e “fiacca” negli Usa. Per il complesso dei 30 paesi dell’Ocse l’Outlook prevede una crescita dell’1,4% nel 2008, un calo dello 0,4% nel 2009 e un’espansione dell’1,5% nel 2010. Per gli Usa le stime – che confermano quelle anticipate lo scorso 13 novembre – indicano rispettivamente +1,4%, -0,9% e +1,6%.

Per il Giappone, l’Ocse prevede rispettivamente +0,5%, -0,1% e +0,6%. “Con una persistente debolezza economica e una crescita anemica dei salari, la deflazione – si legge nell’Outlook – potrebbe tornare a metà del 2009”.

Nelle attuali condizioni di “estremo stress finanziario”, accanto alla politica monetaria i paesi che hanno “spazio di manovra” in termini di bilancio dovrebbero agire anche sulla leva fiscale, suggerisce l’Ocse, secondo cui agli investimenti in infrastrutture sono da preferire tagli fiscali o trasferimenti ai redditi più bassi, “più efficaci nel sostenere i consumi”.

www.repubblica.it

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