Il PD, con Villari presidente, non parteciperà ai lavori della Vigilanza Rai

di isayblog4 14 views0

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Riccardo Villari, eletto presidente della Commissione di Vigilanza Rai con i voti del Pdl, ha deciso di non dimettersi dal suo incarico. Non sono bastate le raccomandazioni da parte del PD né la convergenza degli schieramenti politici sul nome di Sergio Zavoli. Duro il giudizio di Veltroni: “una vicenda pazzesca come talvolta accade nella politica italiana”. In serata arriva l’espulsione dal gruppo parlamentare.

La vicenda Villari sta acquisendo sempre più i caratteri di una farsa. Veltroni ha chiarito la posizione la posizione del Partito Democratico sulle mancate dimissioni da parte del neo presidente della commissione: “Villari – ha affermato Veltroni – è stato eletto con i voti della maggioranza in un posto che spettava all’opposizione. Giovedì aveva detto che non avrebbe fatto nulla contro il partito, poi a me ha detto che si sarebbe dimesso e ancora dopo ha detto che si sarebbe dimesso dopo che si trovava un’intesa sul nome. Una vicenda pazzesca, come talvolta accade nella politica italiana”.

“Noi – ha continuato il leader democratico – abbiamo fatto un’intesa con Palazzo Chigi su un nome di assoluto livello (Sergio Zavoli ndr). Ora il problema non è mio ma in casa della destra, che se vuole lo risolverà. Io e Pier Ferdinando Casini abbiamo fatto un’intesa con chi è alla guida della maggioranza e ora spetta alla maggioranza applicare l’accordo”.

“Si è riunito il direttivo del gruppo al Senato – ha concluso Veltroni – che deciderà come comportarsi con Villari, in una vicenda che ha assunto caratteri pazzeschi”.

In effetti nel pomeriggio l’Ufficio di presidenza del gruppo del PD proponeva l’espulsione di Riccardo Villari dal gruppo del Senato. La decisione veniva presa dopo due ore e mezzo di riunione: all’unanimità Villari veniva espulso dal gruppo parlentare.

Intervenuto in diretta su YouDem, il senatore Luigi Zanda ha chiarito che “Riccardo Vllari, per sua stessa ammissione, è stato usato dal centrodestra e lui è stato debole a farsi usare. Ci troviamo davanti una situazione grave principalmente per due motivi: a) è stata eliminata l’essenza della democrazia basata sulla distinzione tra maggioranza e opposizione, b) il fatto che Berlusconi abbia nominato anche il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, simboleggia uno strappo istituzionale, soprattutto se si pensa che, in Italia, la Tv rappresenta il cuore degli interessi economici e politici”. E quindi ha aggiunto: “mi dispiace molto dal punto di vista personale, ma Villari è rimasto al centro della vicenda e si è arroccato sulle sue posizioni e per questo l’unico provvedimento possibile, seppur a malincuore, è stata l’espulsione. In realtà lui stesso si è messo fuori dal gruppo parlamentare PD. Villari aveva preso l”impegno a dimettersi e non lo ha mantenuto”.

“Villari? Si è messo fuori dal nostro partito. Il partito ne prenderà atto”. Questo è stato il primo commento di Antonello Soro, capogruppo del PD alla Camera. “E’ una storia che appartiene più’ a fenomeni di costume che alla categoria delle cose politiche. E certamente – ha concluso – non del buon costume”.

In un coro di voci intonate va segnalata la “stecca” di Alessio Butti (Pdl) che è riuscito ha dichiarare: “Villari ha dimostrato un grande senso di responsabilità istituzionale e una grande dignità”. Immediata la risposta di Giovanna Melandri, ministro ombra della Comunicazione del PD: “stiamo leggendo dichiarazioni come quelle di Butti, di apprezzamento del senso istituzionale di Villari. Ci chiediamo, chi comanda nel centrodestra? Noi abbiamo fatto un accordo con Berlusconi e Letta, che in tanti hanno giudicato espressione di una buona politica. Ora vediamo che questo accordo è stato smentito da esponenti come Butti e Bocchino. Nel centrodestra comanda Berlusconi o Butti o Bocchino?”.

Molto prudente è il giudizio di Sergio Zavoli, candidato bipartisan alla Commissione di Vigilanza Rai. “Aspetto di sapere e capire che cosa succederà ma non voglio fare analisi né dare giudizi affrettati” ha dichiarato all’ANSA, aggiungendo “non giochiamo a discreditare la politica”.

“Il PD non parteciperà ai lavori della Commissione finché Villari sarà presidente, ma non ci saranno dimissioni da parte dei commissari”. A chiarirlo è il vicepresidente della Vigilanza Giorgio Merlo, al termine dell’ufficio di presidenza. “A Villari posso solo dire che ho ricordato – ha detto Merlo – che si sarebbe ritirato al momento di una scelta condivisa, come quella che è stata avanzata su Sergio Zavoli. E gli ho anche ricordato che aveva detto che si sarebbe dimesso se il PD glielo avesse chiesto e lui non l’ha fatto”.

“Il PD non considera Riccardo Villari presidente di garanzia della Vigilanza Rai. Finché non si dimette, non parteciperemo piu’ ai lavori della commissione e spero che tutta l’opposizione faccia lo stesso”. È stato il commento di Fabrizio Morri, capogruppo del Partito democratico in Vigilanza Rai. “In ufficio di presidenza – ha raccontato Morri – Villari ha fornito una ricostruzione fantasiosa e personale della vicenda e ne ha tratto la determinazione a restare in carica. Gli abbiamo fatto presente che tale decisione contrastava con le sue precedenti dichiarazioni e con l’impegno preso a dimettersi non appena fosse stato trovato un accordo su un altro nome. E l’accordo su Zavoli era noto a lui come a tutti i cittadini italiani. Nonostante questo, ha confermato la sua volontà di
restare presidente della commissione”.

E il presidente della commissione Villari come la pensa? “Ho deciso di mantenere il ruolo di presidente della Commissione di Vigilanza che mi è stato affidato col voto di parlamentari che hanno svolto legittimamente la loro funzione”.

“Chiedo alla politica dei partiti di fare un passo indietro. Sono un esponente e un uomo del Partito Democratico, e sottolineo democratico, e per questo so che il valore delle istituzioni precede il peso delle segreterie”.

Sì un vero democratico, lui va avanti da solo senza sentire nessuno. Si fermino gli altri.

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