Riporto la mia intervista di oggi a “il Caffè”, di Corradino Mineo, a RaiNews24. Un’intervista che non lascia spazio ad alcun dubbio. I cittadini valutino da soli la credibilità del sottoscritto e di Silvio Berlusconi.
Corradino Mineo: Allora, Di Pietro, lei andrà dai magistrati per denunciare Berlusconi di essere stato un corruttore, di aver provato a corrompere Villari, Orlando e lei stesso?
Antonio Di Pietro: Innanzitutto non conosce neanche il diritto. Semmai deve andare dal magistrato per denunciarmi per diffamazioni, mentre per calunnia deve rispondere lui se dovesse andare dal magistrato a fare una denuncia del genere, perché io ho detto semplicemente il vero e lui, senza accorgersene, ha pure confessato.
Primo, fino a quindici giorni fa ha sempre detto che non mi aveva mai offerto il posto da ministro, e ora lo ha ammesso. Dice che lo ha fatto in quel momento perché non sapeva chi ero io. Quel momento era maggio 1994: mi ha richiamato o no nel febbraio 1995, signor Berlusconi? Allora dopo andavo bene? Quando mi ero già dimesso dalla magistratura e stavo per entrare in politica? Evidentemente dice il falso.
Poi, è vero o non è vero che in contemporanea al passaggio di De Gregorio dal centrosinistra al centrodestra, diventando con i suoi voti, di Forza Italia, Presidente della commissione Difesa? E’ vero. Ed è vero o non è vero che ha fatto, legittimamente perché lo ha pure denunciato, c’è la prova documentale, un finanziamento di sei-sette cento mila euro ad Italiani nel Mondo di De Gregorio?
Corradino Mineo: Però c’è una sentenza che dice che lui non ha tentato di far cambiare casacca a senatori durante la scorsa legislazione.
Antonio Di Pietro: Non ci sta alcuna sentenza, è un atto politicamente scorretto, vigliacco, inopportuno e politicamente squallido. Dopo di che, sono gli elettori i giudici di un comportamento del genere. Ma lo vogliamo far sapere agli elettori o no? Lui dice che non è vero, e io faccio il mio ruolo di oppositore: ribadisco che egli è un corruttore politico, ho indicato il caso che mi riguarda, ho indicato il caso De Gregorio, ho indicato il caso di Orlando perché, e lo ha ammesso lui stesso, ha ammesso che non glielo ha detto lui, ma un parlamentare di Forza Italia che faceva “trait d’union”. Poi Orlando ha detto “Ma sei matto, non ci vengo”. Non c’è riuscito e gli è andata male. Con Villari evidentemente c’è riuscito, non so a quale prezzo politico, ma è stato eletto con i voti della maggioranza.
E’ vero o non è vero che il governo Prodi è caduto quando Mastella si è ritirato, ed è vero o non è vero che con Mastella aveva concordato 10 parlamentari e poi ha ritirato la mano? Se non è corruzione politica, che cos’è? Lo ribadisco in questa sede nella mia funzione di parlamentare dell’opposizione. Se non gli va bene vada lui dai magistrati, altrimenti si tenga quello che gli ho detto: “corruttore, sporco corruttore politico”.
Corradino Mineo: Le lascio la responsabilità di questo giudizio, comunque lei si aspetta una querela di diffamazione.
Antonio Di Pietro: Magari. A proposito, Mediaset mi aveva querelato perché io avevo detto che “Rete4 indebitamente occupa una frequenza che aspetta ad Europa7”. Ringrazio lei perché me lo permette di dire in diretta: io, quando mi aveva querelato, ho detto “bene, si faccia il processo”. Sapete com’è finito il processo? Sono stato assolto per aver detto il vero: Rete4 occupa abusivamente una frequenza.
Corradino Mineo: Il problema è stato risolto e sarà la Rai a dare quella frequenza.
Antonio Di Pietro: Bella roba! Lui fa il Presidente del Consiglio, è imprenditore delle televisioni, si prende una frequenza che non gli spetta ed il servizio pubblico ce lo rimette.
Corradino Mineo: Lasciamo stare la vicenda, vedremo se ci sarà un seguito giudiziario se il Presidente del Consiglio la querelerà per diffamazione per queste sue affermazioni. Vediamo un’altra questione: è venuta una personalità di prestigio, quella di Sergio Zavoli, come possibile punto d’incontro tra PDL e PD. Lei che ne pensa?
Antonio Di Pietro: Stiamo parlando della Commissione di Vigilanza Rai. Per definizione il controllato non si può scegliere pure il controllore. Tutta la prassi costituzionale dice che la presidenza spetta all’opposizione. Avevamo scelto tutti quanti assieme Orlando, lui ha detto no, perché “l’Italia dei Valori, e Orlando, sono eversivi”. “Eversivi” perché vogliono far rispettare le regole. Gli elettori si chiederanno da che parte stanno i fatti. Noi, se siamo “eversivi”, ci tiriamo fuori dalla Commissione di Vigilanza Rai. Dico anche a Schifani e a Fini: non permettetevi di non accettare le dimissioni, almeno il diritto di morire o di vivere lasciatelo all’interessato.
Corradino Mineo: Lei dice che l’Italia dei Valori non tornerà a far parte di questa Commissione?
Antonio Di Pietro: Non possiamo tornare a far parte di una Commissione in cui non abbiamo potuto far parte perché ci hanno detto che siamo “eversivi”. Non ci torneremo più.
Corradino Mineo: Mi scusi Di Pietro. C’è qualche giornale che lei fa il furbo, che vuole incassare voti a scapito del PD e vuole un posto nel Consiglio di amministrazione Rai.
Antonio Di Pietro: Anche questo lo smentiamo subito. L’Italia dei Valori chiede un gesto, che non faranno mai perché sono persone arroganti: che nel Consiglio di amministrazione della Rai ci possano andare i funzionari della Rai e che siano scelti dal personale.
Corradino Mineo: Un assemblea della Rai che si scelga i consiglieri?
Antonio Di Pietro: Ma che ne capisce la politica di come funziona la Rai, se non per occuparla? Non dobbiamo pensare che ci siano solo dei leccapiedi politici. Ci sono tante professionalità e tante persone competenti.
Stabilito questo, che se lo scelgano loro questo organismo di direzione tecnico operativo, e che garantiscano pari opportunità a tutti. Se necessario, noi faremo la nostra parte in Parlamento per chiedere formalmente tutto questo.
La verità è che non sono abituati a vedere un partito che non ci tiene al posto, e che è capace di fare battaglie ideali, battaglie politiche di successo.
Dico che non è democratico, ed è un comportamento da “governo argentino”, dire al Parlamento “le leggi le faccio io e tu abbassa e alza la mano con le ratifiche dei decreti legge”, nominarsi i parlamentari direttamente perché ormai il cittadino non può più scegliere, imbavagliare l’informazione, come si vuole fare con la legge sulle intercettazioni, togliere fondi e umiliare la giustizia per non farla funzionare, ed infine occupare anche le commissioni di vigilanza parlamentari che aspettano all’opposizione. Se la fa e se la suona da solo. Videla come faceva?
18 Novembre 2008
Vigilanza Rai: il corruttore politico
Pubblico il testo del mio intervento durante la conferenza stampa dell’ Italia dei Valori sulla questione della Vigilanza Rai.
“L’Italia dei Valori ha preso atto, ancora una volta, che c’è un veto verso di questa forza, da parte del Presidente del Consiglio, del Governo, da buona parte della maggioranza parlamentare e anche da scheggie dell’opposizione.
L’Italia dei Valori è una formazione politica presente in Parlamento perché eletta dal popolo italiano, ed in una democrazia bisogna rispettare il voto dei cittadini. Ci chiediamo se è eversivo il comportamento dell’Italia dei Valori o il comportamento del Presidente del Consiglio, dei suoi sodali, di quel grumo di potere di cui ha parlato Leoluca Orlando quando ha raccontato la genesi di questa storia e le ragioni di questi fatti.
Per questa ragione, come Italia dei Valori, lasciamo la commissione di Vigilanza Rai e andremo in giro per il Paese affinché gli elettori e i cittadini, ascoltate entrambe le versioni, possano decidere loro se è eversivo il nostro comportamento o quello della maggioranza.
Mi interessa dire in questa sede, anche perché un’informazione completamente deformata e che la racconta diversamente, che non c’è alcuna resa dei conti nei confronti del Partito Democratico, nè con Walter Veltroni. Ringrazio, a nome personale, il Partito Democratico e il suo segretario, ringrazio anche l’Udc e tutte le opposizioni, che coerentemente hanno cercato di mantenere in vita un principio democratico, quello che la prassi parlamentare vuole che il Presidente della commissione di vigilanza Rai sia scelto dall’opposizione. Nei loro confronti non abbiamo alcunché da recriminare, ma da offrire ringraziamenti sinceri.
Ritengo, personalmente, Walter Veltroni e il Partito Democratico vittima come e quanto l’Italia dei Valori. Vittima due volte, perché offeso dall’esterno e tradito dall’interno, come è successo all’Italia dei Valori. Non cadremo nel tranello di chi, come ho potuto leggere oggi su qualificati quotidiani, chi si aspetta da noi una resa dei conti.
La nostra fuoriuscita dalla commissione di vigilanza Rai, è un decisione presa con senso di responsabilità affinché quella commissione possa assumersi quelle responsabilità e competenze che l’aspettano. Deleghiamo il segretario Walter Veltroni, candidato presidente delle opposizioni, il compito di individuare con le altre opposizioni, non con l’Italia dei Valori, una soluzione condivisa per la presidenza, ben sapendo che se resta l’attuale Presidente nominato, Villari, egli è il Presidente della maggioranza, e non delle opposizioni. In questo modo riteniamo che sia anche stanata l’ambigua posizione di Villari, perché non ha più ragione d’essere la sua nomina a quell’incarico.
Sin da ora, e proprio per evitare equivoci, riteniamo corretta la scelta del candidato Presidente sarà scelta dal segretario Veltroni. Noi non interverremo in alcun modo sul nome dell’eventuale Presidente che dovesse sostituire Villari, sempre se si dimette. Ovviamente non potrà essere dell’Italia dei Valori, non essendo più nella commissione di vigilanza.
Racconteremo, in Italia e nel mondo, quello che sta accadendo in questo Paese, affinché si prenda coscienza per tempo di questa deriva antidemocratica che sta occupando il potere.
Denuncio, da subito, l’esistenza e la persistenza di un corruttore politico, che si chiama Silvio Berlusconi. Molte volte è stato sottoposto al vaglio della magistratura, e se l’è sempre cavata con leggi ad personam e quant’altro, con riferimento ad accuse di corruzione. La corruzione giudiziaria la valuterà la magistratura, certo che è un corruttore politico. Ha tentato di corrompere me quando mi ha offerto un posto da ministro, ha tentato di corrompere Leoluca Orlando quando nelle settimane scorse gli ha offerto un appuntamento, ha tentato ed è probabilmente riuscito a corrompere Villari, perché se l’ha votato è perché prima lo hanno convocato.
Se poi qualcuno della maggioranza, o lo stesso Presidente del Consiglio, non ci crede, mi denunci pure alla magistratura, che probabilmente qualche prova la possiamo pure portare.
E’ un corruttore politico che compra il potere, e che deve obbligare tutti noi, che non vogliamo ne essere messi in vendita ne arrenderci, ad unire i nostri sforzi affinché i cittadini italiani si rendano conto del pericolo che la democrazia corre. E’ questa la ragione per cui, a partire dalla regione Abruzzo, chiederemo ai cittadini italiani se intendono arrendersi o resistere ancora.”
www.antoniodipietro.it