Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che affiancava il presidente Berlusconi nella conferenza stampa di Washington, al termine del vertice G20, ha spiegato il piano di sostegno all’economia italiana da 80 miliardi di euro. Un ventaglio d’interventi che spazia dalle infrastrutture, al project financing, alle nuove tariffe autostradali collegate agli investimenti. La partenza del piano è imminente: l’appuntamento è fissato alla riunione del Comitato Interministeriale per la Politica Economica (Cipe) del prossimo 21 novembre.
“Stiamo lavorando e dobbiamo sincronizzare i nostri tempi – ha spiegato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti- non solo con il G20 ma anche con il Parlamento. Pensiamo a un decreto. Il presidente Berlusconi ha già detto nei prossimi giorni ed è il tempo giusto per avere un decreto approvato in tempi e modi ragionevoli. Abbiamo molto apprezzato come il Parlamento ha votato nei giorni scorsi la Finanziaria senza la fiducia e su molte norme con il voto a favore anche dell’opposizione. Anche per rispetto a tutto questo i tempi parlamentari sono tempi per noi fondamentali. Abbiamo l’urgenza per l’economia ma anche il rispetto per il Parlamento. Il Cipe del prossimo 21 novembre avvierà la nostra strategia di contrasto alla crisi, il piano anti-crisi dell’Italia.Saranno mobilitati 16 miliardi di euro: 12 per infrastrutture più 4 sempre per infrastrutture ma in project financing. Subito dopo il Cipe pianificherà l’utilizzo di fondi formalmente europei ma sostanzialmente italiani che proiettati su 2-3 anni sono stimabili in 40 miliardi di euro. E sono destinati ad ambiente, ricerca, sviluppo”. Quanto alle tariffe autostradali, il nostro ministro ha osservato che il Governo pensa di “ristrutturarle in modo da modificare in meglio il sistema che c’è stato finora, per il quale aumentavano le tariffe anche se non si facevano gli investimenti. E poi magari le società facevano i dividendi. Noi stimiamo un accordo con le compagnie di autostrade che mobilita almeno 10 miliardi di euro”. Tremonti ha poi toccato il tema dei ritardi nell’attuazione delle opere dopo lo stanziamento dei fondi.
“Su tutto questo si pone un problema fondamentalmente legale ma fondamentale. I soldi vengono stanziati subito e i tempi invece sono quelli delle gare, delle procedure. Dicevamo tra noi europei: i cinesi stanziano i soldi e il giorno dopo li investono, da noi all’opposto la tempistica è all’opposto molto lunga. Ci chiediamo se in tempi straordinari non sia anche il tempo per una scelta straordinaria di procedure accorciate e veloci. Ferme restando l’efficienza e la trasparenza. Noi puntiamo molto sul Cipe come è pianificato e previsto nel decreto legge 112 che anticipa la Finanziaria. La novità è che finora quei soldi erano nel bilancio pubblico, ma non passavano dal passavano bilancio pubblico all’economia. A fine 2008 stiamo riprogrammando molti miliardi di euro che se no andavano persi o peggio per beffa andavano ai nostri competitori”. Il ministro passa in rassegna tutti i provvedimenti in cantiere per evitare la recessione e salvare l’economia italiana. “Stiamo finalizzando la procedura per riaprire i canali di finanziamento alle imprese, altro provvedimento è il salva-risparmio, nessuno perde il suo risparmio, nessuna banca fallisce: ieri è stato considerato appropriato in Europa. Adesso dobbiamo fare un provvedimento per evitare la recessione. Anche questo non è per le banche, è per le imprese. Definendo gli strumenti tecnici immaginiamo che si sia un impegno da parte del sistema bancario non solo a mantenere ma ad ampliare i canali di finanziamento. Il presidente Berlusconi ha parlato con il presidente dell’Associzione bancaria che prefigura un crescendo d’impegni in questo comparto. Sarà tutto assolutamente trasparente e monitorato con una cadenza che ci darà l’evidenza se il provvedimento funzione per le imprese o no. Pensiamo di mettere a fianco Fidi, Confidi e un sistema di garanzie che stiamo studiando”.
Un altro ambito d’intervento riguarda le imprese e incontratti. Rinnoveremo i contratti di produttività per il settore delle imprese e ci sarà un nuovo strumento contrattuale per fare dell’Italia un Paese che ha un sistema di imprese più produttive. Stiamo ragionando su alcuni interventi relativi alla realtà delle imprese non particolarmente ancora definiti”. Il nostro premier su questo ha confermato anche un intervento sulle modalità di pagamento dell’Iva. “Il Pagamento dell’Iva si fa spiega Berlusconi – non si fa al momento dell’emissione della fattura ma soltanto quando il cliente ha effettuato il pagamento”. Tale provvedimento, ha chiosato Tremonti “dovrà essere consentito dall’Europa ma sarà fatto. E poi una parte di risorse che saranno destinate alle voci sociali. Il piano, ha assicurato Tremonti, non comporterà il superamento della soglia del 3 per cento del Pil da parte del deficit pubblico italiano.