“No all’arroganza, è un atto inimmaginabile da regime, non da democrazia”. Questo è stato il primo commento di Walter Veltroni all’ennesimo colpo di mano da parte del maggioranza. Un atto di “goliardia arrogante” ossia l’elezione di Riccardo Villari, senatore democratico, alla presidenza della Commissione di Viglilanza sulla Rai. Una decisione improvvisa e fuori da tutte le regole della consuetudine italiana di nomina della presidenza della commissione da parte dell’opposizione.
Il segretario del PD ha dichiarato ai cronisti che “la maggioranza non può impedire ad un gruppo parlamentare scelto dai cittadini di avere un proprio rappresentante nelle Istituzioni. Il centrodestra ha compiuto un atto di goliardia arrogante che è andato a sbattere contro il buonsenso e le regole”.
“Dalla maggioranza c’è stato un atto di arroganza: ha tutte le commissioni e pretende di decidere anche il rappresentante della commissione di garanzia che spetta all’opposizione. Si tratta di un atto inspiegabile”.
“Noi – ha aggiunto – abbiamo chiesto all’Italia dei Valori , a cui spetta il candidato, di fare un ulteriore gesto di responsabilità proponendo una rosa di nomi per sedare ogni alibi. Ma da parte del Pdl è stata fatta una cosa assurda che non possiamo accettare”.
Quindi Veltroni ha ricordato come è stato diverso, invece, l’atteggiamento tenuto dall’opposizione sia per l’elezione del giudice della Consulta sia del presidente dell’Antimafia: “Quando Gianni Letta mi chiamò per comunicarmi il nome indicato dalla maggioranza per il giudice della Corte Costituzionale, gli dissi che lo avremmo votato così come hanno fatto sia l’Italia dei Valori che l’Udc. Lo stesso è accaduto per l’elezione di Beppe Pisanu alla presidenza della commissione Antimafia”.
Veltroni ha infine spiegato che il presidente neoeletto si dimetterà immediatamente: “Ho sentito il senatore Villari telefonicamente, mi ha confermato che si recherà al più presto dai presidenti di Camera e Senato per rassegnare le sue dimissioni”.
Anche Antonio Di Pietro è insorto e parlando in Aula alla Camera ha avuto parole molto dure nei confronti del governo: “Berlusconi è come Videla, l’elezione di Villari è l’atteggiamento tipico di una dittatura argentina, ultimo atto di una deriva antidemocratica”.
La nomina di Villari ha creato incredibilità e gettato benzina sul fuoco sull’elezione del presidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai che diversi mesi vive fasi di stallo e di veti da parte del Pdl sul nome di Leoluca Orlando, candidato unitario delle opposizioni.
Un gesto di un’arroganza unica quello da parte della maggioranza che ha chiuso gli occhi su tutti i tentativi di mediazione e di giungere ad un accordo sulla scelta del candidato. Veltroni e Casini, in una nota congiunta, oggi avevano sollecitato la maggioranza ad evitare ogni forma di discriminazione nei confronti di Italia dei Valori, e di astenersi da gesti provocatori e inutili come quelli di scegliere un Presidente di comodo nell’ambito della Commissione di Vigilanza Rai e di rispettare le indicazioni delle opposizioni, come da prassi parlamentare. I due leader chiedevano quindi ad Italia dei Valori “di favorire una soluzione attraverso una rosa di suoi candidati per la presidenza della Commissione”.
Parole cadute nel vuoto quando Villari otteneva 23 voti e veniva eletto presidente della Commissione. Il senatore del PD ha annunciato ai cronisti: “vedrò appena possibile il presidente della Repubblica e i presidenti di Camera e Senato. Poi all’interno del gruppo politico e dei partiti che lo compongono saranno fatte le valutazioni finali”.
I presidenti Antonello Soro e Anna Finocchiaro in una nota congiunta hanno dichiarato: “abbiamo espresso ai presidenti di Camera e Senato la nostra forte preoccupazione per l’annunciata iniziativa del Pdl di voler eleggere un presidente della commissione Vigilanza Rai scegliendolo autonomamente tra i componenti dell’opposizione. Da quando è stata costituita, la commissione di Vigilanza è sempre stata presieduta da un rappresentante scelto autonomamente dall’opposizione. Pretendere di stravolgere questa prassi imponendo, sulla base della logica dei numeri, un candidato diverso da quello indicato dalle opposizioni configura una grave rottura della prassi istituzionale. Abbiamo altresì invitato i presidenti di Camera e Senato ad adoperarsi per favorire una soluzione positiva. Qualora la maggioranza decidesse di mettere in pratica il suo proposito si aprirebbe nella vita del Parlamento una fase senza precedenti per l’intensità dello scontro parlamentare”.
“Quello che è avvenuto oggi è di una gravità senza precedenti. Si tratta di una vera e propria ferita alle regole e alla prassi parlamentari”. Lo ha affermato Anna Finocchiaro. “Gli atti che questa maggioranza sta compiendo in Parlamento atti che fanno seguito alle pericolose e inquietanti dichiarazioni dei giorni scorsi fatte dal Presidente del Consiglio, sono emblematici del fatto che il Pdl vuole stravolgere le regole e trasformare il Parlamento in una dependance delle volontà di Berlusconi”.