Obama-Berlusconi, telefonata cordiale. “Bello e abbronzato”, altre polemiche

di isayblog4 42 views0

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Una telefonata tra il presidente eletto degli Stati Uniti e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi chiude una giornata ancora contraddistinta, sul fronte interno, dalle polemiche per la battuta del premier che aveva definito Barack Obama «giovane, bello e anche abbronzato».

La telefonata, secondo una nota di Palazzo Chigi, è stata «lunga e molto cordiale. Nel colloquio è stato confermato lo stretto rapporto di amicizia e collaborazione fra i due Paesi anche in vista dell’imminente Presidenza italiana del G8». Obama ha chiamato Berlusconi al termine della sua prima conferenza stampa a Chicago.

Continuano intanto le polemiche sulla battuta del premier italiano. Il presidente del Consiglio ha insistito: altro che gaffe, quell’Obama «abbronzato» era «un complimento». E al cronista di Bloomberg che gli domanda se non sia invece il caso di chiedere scusa, tocca l’intimazione a farlo nei confronti dell’Italia e l’iscrizione «nella lista che dicevo ieri», nel concitato finale della conferenza stampa a Bruxelles per il Consiglio europeo.

Il presidente del Consiglio, che ieri aveva dedicato una «laurea del coglione» ai propri detrattori, torna oggi sulle polemiche e rilancia, prima alla partenza da Mosca e poi, appunto, a Bruxelles. «Pensavamo che ci fossero tanti imbecilli in circolazione, quello che non immaginavamo – osserva – è che fossero così imbecilli da autodichiararsi, autocertificarsi pubblicamente. Lo hanno fatto. Li conoscevamo già, ma non li pensavo così tanto imbecilli».

Parole che certo non possono non scatenare una durissima reazione del Pd: «Chiediamo ai presidenti delle Camere, ai ministri e agli esponenti del governo di dire parole di dissociazione. Facciano sentire la loro voce per dire che sono sbagliati questi toni, gli insulti e il turpiloquio». «Pensiamo alla campagna elettorale del ’48: fu uno scontro molto duro ma non credo proprio che Togliatti abbia mai pensato di dire imbecille o coglione a De Gasperi», è sempre Dario Franceschini ad affermarlo.

«Gli insulti – scandisce il numero due Pd – sono inaccettabili e bisogna dirlo per evitare che scivolino via nella velocità dell’informazione. C’è il rischio dell’assuefazione». «Ma ve lo immaginate Sarkozy che dà del coglione a Segolene Royale? O Gordon Brown a David Cameron?. Non è normale», è l’accusa del vicesegretario Pd. Berlusconi rincara: «L’opposizione non ha proprio niente da fare. E non si rassegnano. Hanno perso le elezioni, ci lascino governare. Non deve stare continuamente in campagna elettorale perchè così facendo dimostra di non avere a cuore l’interesse del Paese. Mi hanno detto che stanno agitando il caso di una telefonata di Barack Obama: è una cosa ridicola».

Altra benzina sul fuoco arriva dalla polemica sui manifesti che il Pd ha dedicato alla frase di Maurizio Gasparri sulla “contentezza” di Al Qaeda dopo l’elezione di Obama alla Casa Bianca. Il reggente di AN, Ignazio La Russa, ricorda che «siamo tutti abituati ad un confronto a volte aspro ma questa volta si è passato il segno, quasi come una forma di istigazione alla violenza additando Gasparri come un nemico da colpire». La questione anima un accesissimo scambio di accuse e controaccuse tra Pd e Pdl, già impegnati in un’altrettanto fitta serie di dichiarazioni per il caso Obama, nelle quali vengono chiamati in causa «nazisti», «brigatisti», «turpiloquio», e reciproci inviti a tornare al senso della realtà.

www.lastampa.it

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