Messaggio del Presidente Napolitano in occasione del 4 novembre

di isayblog4 14 views0

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“Novant’anni or sono aveva termine la Grande Guerra. Il Tricolore che quei giorni, per la prima volta, sventolava su Trento e su Trieste era il segno inequivocabile che l’unificazione d’Italia si era finalmente compiuta.
Oggi, prima presso l’Altare della Patria e poi a Redipuglia, renderò omaggio, a nome di tutti gli italiani, a quanti sono caduti per la libertà, per l’edificazione di uno stato democratico, per costruire un futuro di pace.
Celebrerò poi, a Vittorio Veneto, la giornata dell’Unità Nazionale ed il novantesimo anniversario della Vittoria, ricordando la Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa alla memoria del Milite Ignoto. Essa testimonia la perenne riconoscenza dell’Italia per i seicentomila soldati che hanno perso la vita nel primo conflitto mondiale e simboleggia l’apprezzamento e il rispetto per tutti coloro che hanno combattuto e combattono a difesa dei nobili valori che il nostro paese promuove nel mondo.
Gli eredi dei giovani combattenti di novant’anni fa sono oggi impegnati ben oltre i limiti del territorio nazionale e con compiti molto diversi da quelli a suo tempo assegnati ai loro predecessori.
I soldati, i marinai, gli avieri, i carabinieri, i finanzieri che operano nei Balcani, in Libano, in Iraq, in Afghanistan ed in tante altre travagliate regioni non sono l’espressione di una nazione in guerra, ma costituiscono l’avanguardia di un paese fortemente impegnato, con tutte le proprie risorse, per lo sviluppo sociale ed economico globale e per la cooperazione pacifica tra i popoli.
Lo strumento militare non è più chiamato a presidiare in armi confini e trincee contro genti considerate nemiche provenienti da un mondo visto come straniero ed ostile. Al contrario, esso oggi costituisce componente primaria di un’azione complessa e costante che l’Italia, membro fondatore dell’Unione europea, conduce in seno alla Comunità internazionale, intervenendo sulle cause generatrici dei conflitti, attraverso la prevenzione, il controllo e la stabilizzazione delle crisi che mettono in pericolo la sicurezza ed attentano ai diritti primari dell’uomo. Questo è il nuovo compito delle Forze Armate Italiane nel XXI secolo. E’ importante ribadirlo nella giornata ad esse dedicata. Nella medesima prospettiva, l’unità d’Italia, che oggi celebriamo insieme alle Forze Armate che ne furono artefici, non rappresenta più l’affermazione di un’identità nazionale in contrapposizione ad altre. Essa va invece intesa quale capacità del Paese di esprimersi, attraverso i valori, le idee e le azioni che gli sono propri, come parte integrante dell’Europa unita e soggetto collettivo unitario operante, al fianco di altri Paesi ed insieme ad essi, per obiettivi ed interessi sempre nel contesto di crescente interdipendenza in cui tutti viviamo e lavoriamo.
In nome di diverse ragioni, dunque, ma con lo stesso affetto di novant’anni fa, l’Italia è oggi particolarmente vicina e profondamente grata a tutti i suoi militari, siano essi impegnati sul territorio nazionale o in regioni remote.
Ed è con questi sentimenti che, quale rappresentante dell’Unità Nazionale e Capo delle Forze Armate, porgo a tutti i militari italiani in servizio ed in congedo il mio saluto.
Viva le Forze Armate!
Viva l’Italia!”.

Roma, 3 novembre 2008

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