Non è rosea la previsione di Mario Draghi sulla durata della crisi economica che investe l’Italia. Per il governatore di Bankitalia, intervenuto durante la 84° Giornata mondiale del Risparmio, “la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno».
Draghi promuove le misure anticrisi e chiede una risposta forte al sistema, soprattutto sul piano della politica economica. La premessa da cui parte è che “sulla base dell’evoluzione della domanda mondiale oggi prevista dai principali organismi internazionali, la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del prossimo anno”.
Sarà dunque necessaria una pronta reazione da parte del il sistema bancario e del governo italiano. “Occorre innanzitutto evitare che la crisi si traduca in una severa contrazione dei flussi di credito all’economia reale; in secondo luogo, è necessario attivare efficaci politiche di sostegno che contrastino le tendenze recessive in atto”.
La mossa successiva sarà quindi quella di sostenere una politica di bilancio che “faccia uso della flessibilità permessa dal Trattato e dal Patto di stabilità e crescita”.
Draghi non esclude quindi l’intervento statale nel capitale delle banche, anzi lo può considerare inevitabile. “L’emergenza – ha chiarito il governatore – richiede che le autorità adottino politiche più interventiste che in passato, assumendo anche ove occorra temporanee responsabilità patrimoniali nelle istituzioni finanziarie”.
E ha aggiunto che “l’opportunità dell’intervento pubblico, in presenza di una crisi sistemica, discende dalle caratteristiche fondamentali del sistema finanziario” a patto che sia un intervento temporaneo e non intrusivo.
Il numero uno di Palazzo Loch sia augura pragmatismo da parte delle banche soprattutto per quanto riguarda le esigenze di ricapitalizzazione. In questa fase “vanno colte tutte le occasioni per irrobustire la base patrimoniale: dismissioni di attività no core, decisioni realistiche e rigorose nella politica dei dividendi, ricorso al mercato, uso delle risorse messe a disposizione dalla Stato”. Azioni che la “Banca d’Italia considera coerenti con una sana e prudente gestione nella situazione di oggi”.
Le banche sono chiamate anche a garantire un buon rapporto con la clientela. “Oggi, a causa delle tensioni sui mercati interbancari e della rarefazione degli scambi, l’Euribor non riflette più adeguatamente il costo della raccolta. In prospettiva, è opportuno che le banche utilizzino per l’indicizzazione dei mutui a tasso variabile parametri più strettamente collegati all’effettivo costo della provvista”.
Gli istituti di credito dovranno essere particolarmente attenti nella gestione “dei rapporti con le famiglie, soprattutto quelle finanziariamente più vulnerabili”. Anche perché “è nell’interesse stesso delle banche adottare un approccio pragmatico e flessibile, valutando anche su base bilaterale le soluzioni più idonee a contenere il servizio del debito delle famiglie più vulnerabili e a salvaguardarne in questo modo la solvibilità”.
Quale sarà il ruolo del governo? Draghi lo invita a “riconsiderare la penalizzazione fiscale dei depositi, che grava sui risparmiatori e pone la raccolta delle banche italiane in condizioni di svantaggio competitivo rispetto a quella delle banche degli altri paesi europei”.
La prossima mossa di Bankitalia sarà quella di preparare una riforma del mercato interbancario. “Cruciale per una ripresa del mercato interbancario – ha concluso Draghi – è il progetto che proporremo alle banche nei prossimi giorni per la creazione di un nuovo sistema di scambi mirante ad abbattere i rischi di controparte e restituire fluidità al mercato”.