Alitalia, Cai va avanti. E piloti e hostess chiamano a raccolta la base

di isayblog4 20 views0

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Dopo la convulsa giornata di venerdì, con la Cai che prima ha ritirato e poi ha firmato la proposta d’acquisto per Alitalia, la palla passa adesso al fronte sindacale. Che si mostra spaccato tra autonomi e confederali, con questi ultimi che hanno firmato l’intesa con la Cai appoggiandosi al cosiddetto «Lodo Letta», vale a dire la premessa all’accordo secondo la quale l’interpretazione autentica del contratto per i lavoratori della nuova Alitalia è demandata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Gli autonomi, che costituiscono la maggioranza di assistenti di volo e piloti, sono invece ritornati sull’Aventino adducendo la causa a presunte violazioni fatte dalla Cai agli accordi di settembre che avevano sbloccato in un primo tempo la trattativa.

OFFERTA – Prosegue parallelamente la corsa contro il tempo di Fantozzi, che avrebbe avviato un primo esame dell’offerta che entrerà nel vivo lunedì con il confronto tra il prezzo avanzato da Cai (nessuna cifra ufficiale, ma secondo le indiscrezioni vicina a 400 milioni) e la valutazione degli advisor Alitalia. Poi partirà la trattativa, per permettere a Fantozzi di fare il massimo di cassa. Solo dopo la formalizzazione dell’eventuale vendita a Cai, il Commissario si occuperà della cessione degli asset non richiesti dalla ordata di Colaninno. Gli uffici dell’Antitrust comunitario avrebbero però chiesto chiarimenti circa il prezzo dell’operazione. Resta da capire se e quanta distanza vi sia tra l’offerta finanziaria di Cai e la valutazione fatta dagli advisor del Commissario e del governo (Rothschild e Banca Leonardo) che, secondo indiscrezioni, sarebbe tra i 900 e 1.100 milioni. Una forbice così ampia potrebbe allungare i tempi della trattativa con il commissario.

PRESTITO PONTE – C’è poi il nodo del prestito ponte da 300 milioni di euro La direzione generale dei Trasporti e dell’Energia della Commissione europea ha proposto al collegio dei commissari Ue di considerarlo come un aiuto di Stato «illegittimo» che deve essere restituito, ma ha anche proposto di considerare che fra la vecchia compagnia e quella che nascerà c’è la necessaria «discontinuità». Ciò significa che, se la proposta della Dg diretta dal commissario italiano Antonio Tajani dovesse essere accolta dalla Commissione Ue, i 300 milioni saranno restituiti dalla cosiddetta ‘bad company’ e non dalla Cai di Roberto Colaninno. Ipotesi confermata anche dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli: «Il prestito ponte per Alitalia rimane in capo alla vecchia compagnia, che lo rimborserà con la cessione degli asset».

Il commissario straordinario Augusto Fantozzi
ASSEMBLEA – Sul fonte sindacale, a questo punto per le 5 sigle «ribelli» si pone l’interrogativo sulla strategia da scegliere. Pressati dagli inviti istituzionali, ultimo quello del presidente della Camera Gianfranco Fini, ad una maggiore «responsabilità». Se non si giungerà a un accordo nel mese o poco più in cui la Cai prenderà ufficialmente il controllo della nuova Alitalia, il rischio è quello di vedere il nuovo datore di lavoro interrogare uno per uno assistenti di volo e piloti, presentargli davanti il contratto e vedere chi ci sta. Con buona pace dei criteri concordati di assunzione di quelli che entreranno nel perimetro della nuova compagnia. Come sempre è buona regola in questi casi consultare la base, prima di ogni passo Per questo si terrà lunedì alle 15.00 all’aeroporto di Fiumicino, un’assemblea informativa dei lavoratori Anpac, Up, Sdl, Avia ed Anpav, che non hanno firmato l’accordo con Cai.

ATTACCO AI CONFEDERALI – Le cinque sigle sindacali contrarie all’intesa con la Cai però prima di tutto hanno voluto sgomberare il campo da equivoci e sono passate all’attacco delle organizzazioni che hanno firmato l’accordo – Cigl, Cisl, Uil e Ugl – contestando la «vergognosa campagna mediatica» che sarebbe «ricominciata» sulla vicenda. Una campagna, sottolineano in una nota, «che sta distorcendo la realtà ed è tesa a screditare i lavoratori e quei sindacati che hanno deciso di non sottoscrivere la stesura dei contratti. È evidente invece – sostengono le sigle autonome – che la resa incondizionata di Cgil, Cisl, Uil e Ugl alle pretese di Cai non rappresenta assolutamente un atto di “responsabilità”, ma un’azione diretta contro i lavoratori». «Contro la campagna mediatica in atto – sottolineano Anpac, Up, Sdl, Anpav e Avia – è bene precisare alcuni aspetti». Per primo, «le sigle che non hanno sottoscritto non sono rappresentative soltanto di piloti e assistenti di volo, ma sono fortemente presenti anche tra il personale di terra». È poi «assolutamente falso che il “no” sia motivato da pretese riguardanti i permessi-distacchi sindacali. Le motivazioni – evidenziano le cinque sigle – sono invece tutte concentrate sul numero enorme di esuberi previsti, sulle condizioni di stesura contrattuale che penalizzano i lavoratori oltre quanto era stato concordato a settembre a Palazzo Chigi, sulla condizione dei precari, sulle incertezze per il futuro di migliaia di lavoratori che dopo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali si troveranno senza lavoro e senza pensione».

www.corriere.it

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