«È legittimo non firmare un accordo. Non è però legittimo disinformare». Lo afferma il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, a proposito del protocollo sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego, non firmato dalla Cgil, replicando alle affermazioni del segretario generale della Funzione pubblica, Carlo Podda.
Sono «ridicole e pretestuose», secondo il segretario generale Fp Cgil, le affermazioni che «in queste ore i segretari generali della Cisl Bonanni, e della Uil Angeletti, vanno facendo sull’accordo che hanno sottoscritto a Palazzo Chigi sul contratto degli statali. O sono in cattiva fede o non sanno di cosa parlano e francamente non so quale delle due ipotesi sia la più allarmante per i lavoratori», ha sottolineato Podda. «Le cose certe di quell’intesa – ha agiunto – sono: un aumento di 60 euro lordi, quando nei due bienni contrattuali precedenti con un’inflazione che era la metà di quella odierna, abbiamo ottenuto aumenti rispettivamente di 103 e 101 euro».
Inoltre, i lavoratori degli Enti Locali e della Sanità, pari a oltre due terzi del settore, «non avranno alcuna restituzione dei tagli previsti a gennaio, che comporteranno un prelievo ad esempio per un vigile urbano di 80 euro, e per un infermiere che faccia almeno un turno notturno, di 120 euro». Ai lavoratori dello Stato, prosegue Podda, «l’accordo promette in due tranches in giugno e dicembre del 2009, il 30% di quanto prelevato dalle buste paga di gennaio. Peraltro, basta leggere l’accordo per rendersi conto che vi è il fondato rischio che questo 30% venga restituito a soggetti diversi da quelli ai quali viene effettivamente prelevato».
Per il restante 70%, sempre secondo il sindacalista, «si rimane affidati ad un generico impegno, mentre per ciò che riguarda l’ulteriore taglio strutturale del 20%, previsto dal 1 gennaio 2010 il Protocollo semplicemente tace». «I 57.000 lavoratori precari che saranno licenziati dal 1° luglio, evidentemente costituiscono il “moltissimo” che Bonanni ritiene di avere ottenuto da quell’accordo. Sembra a noi infine evidente che questa intesa costituirà inevitabilmente un precedente negativo per tutti gli aumenti che dovranno essere negoziati anche nel settore privato». «Tra un accordo responsabile e una resa incondizionata – conclude Podda – stanno le ragioni del No della Cgil e di altre otto organizzazioni che non hanno sottoscritto l’intesa».
Brunetta. «Le dichiarazioni della Cgil – ha replicato Brunetta – mi costringono a precisare i contenuti del protocollo». «L’aumento previsto non è di 60 euro lordi, bensì di 70 euro lordi. Inoltre detto aumento si riferisce solo al comparto ministeri, in altri comparti è più alto. I tagli che vengono recuperati con gli impegni del protocollo – prosegue il ministro – non si riferiscono ai comparti delle Regioni ed Enti locali in quanto il Dl 112 ha previsto detti tagli solo per le amministrazioni statali». Nel corso della riunione dell’organismo di coordinamento di lunedì scorso, aggiunge, «i Comitati di settore delle Regioni ed Enti locali e della Sanità hanno preso l’impegno di emanare gli atti di indirizzo per l’avvio delle trattative entro la settimana prossima». Inoltre, «sarà la contrattazione integrativa che stabilirà (come del resto è sempre avvenuto) a chi dovranno andare le risorse recuperate per i tagli ai fondi unici di amministrazione».
Il Protocollo, ha affermato ancora Brunetta, «non dice nulla per ciò chi riguarda il taglio strutturale dal primo gennaio 2010, in quanto detta data ricade su un periodo contrattuale non di competenza dell’attuale rinnovo». Anche per i precari, ha concluso il ministro della Pa, «vale il discorso di non competenza del contratto e, comunque, la data del primo luglio 2009 non rappresenta in alcun modo una data in cui vengono licenziati 57.000 lavoratori precari».
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