La Cgil “non ha rotto l’unità, è vero il contrario, noi fino all’ultimo ci siamo battuti perché le organizzazioni tenessero uno stesso orientamento”. Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha commentato l’accordo separato raggiunto ieri a Palazzo Chigi sul rinnovo contrattuale per il pubblico impiego, dal palco dell’assemblea delle delegate e dei delegati della Fiom.
Il leader della Cgil ha ribadito che la firma di Cisl e Uil è stata un errore perché, ha motivato, “la piazza di ieri chiedeva unità: noi abbiamo la coscienza pulita. Non giochiamo mai contro altri, ma non vorrei che per altri sia il contrario: che si vince quando si divide”. Quanto al rapporto con le altre organizzazioni sindacali, Epifani ha spiegato: “Non risponderemo agli insulti rivolti anche questa mattina ma abbiamo un obbligo: continueremo a dire la verità. E diciamo, quindi, che e curioso che alle nostre richieste di riaprire il tavolo con Confcommercio, la controparte e disponibile, mentre la chiusura viene da Cisl e Uil: non si era mai visto”.
Così come per quanto riguarda la riforma sugli assetti contrattuali, per il numero uno di Corso d’Italia non si possono fare volantini dove si afferma che la base di calcolo non e’ scesa perché “se oggi supera i 18 euro, arriverà a 16 euro nel settore metalmeccanico” con quanto propone la piattaforma confindustriale. Epifani ha poi precisato che la Cgil non vuole chiudersi, ma “mettersi al servizio di un rinnovamento del sindacato. Dobbiamo evitare che la rottura ci consegni una logica identitaria, siamo orgogliosi noi ma dobbiamo andare oltre. Noi non abbiamo nemici, non li avremo e non li vogliamo avere. Se organizzazioni fanno scelte diverse le contratteremo, ma ciò non definisce un avversario”. Al governo, inoltre, Epifani imputa: Vuole dividere esplicitamente il sindacato perché ha paura” e il sindacato deve rispondere “facendo l’operazione opposta: non dividerci, ma ritrovare la forza unitaria”.
Sulle misure messe in campo dal governo per contrastare la crisi finanziaria, “lo Stato non può tornare solo per qualcuno”, ha detto – rivolgendosi al presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia – il leader della Cgil. “Lo Stato non può essere quello a cui le imprese chiedono aiuto pubblico per poco tempo e poi si fa da soli: perché se lo Stato deve tornare ad essere, deve tornare ad esserlo per tutti”, ha aggiunto Epifani che ha chiesto, quindi, un ruolo attivo dello Stato nei servizi pubblici fondamentali, come la scuola o la sanità. “Perché quello che ti danno i servizi pubblici non ti danno le politiche retributive o previdenziali. Non chiediamo poi soldi a pioggia – ha aggiunto – ma mezzi per progetti d’innovazione senza i quali l’industria uscirà a pezzi da questa crisi”.
Epifani si e’ quindi soffermato sulla gravità della situazione finanziaria e i riflessi sull’economia reale. Una crisi, ha osservato, che “non si fermerà al sistema bancario e può essere di eccezionale portata. Può arrivare la bufera e i primi a pagare saranno i precari, coloro che nessuno vede. A Torino sono di più le aziende in cassa integrazione, nelle Marche c’e’ l’avvio di una crisi che può essere profondissima”. E che potrebbe colpire anche regioni ricche. ”Bisogna essere chiari: lo Stato non può mettere i soldi e coprire responsabilità e basta”.
Il segretario generale della Cgil ha poi anticipato alcune delle proposte anticicliche che verranno avanzate il prossimo 5 novembre all’assemblea nazionale dei quadri e dei delegati della Cgil. Usare il 70% delle risorse del gettito Irpef in più per detassare in modo strutturale le tredicesime e allargare la platea dei pensionati che ricevono la quattordicesima. “Ci siamo accorti che nel primo semestre 2008 l’Irpef è aumentato di 8,5 miliardi rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente – ha detto il segretario generale, Guglielmo Epifani, nel suo intervento all’assemblea dei delegati Fiom -: il 70% del gettito Irpef la pagano i lavoratori dipendenti e pensionati. Noi chiediamo che questo sia usato per dare una riduzione fiscale sulle tredicesime e allargare la platea dei pensionati che beneficiano della quattordicesima, previsto dall’accordo sul welfare”. Secondo Epifani, infatti, tale misura ridarebbe ossigeno alle famiglie e restituirebbe ai lavoratori cio’ che è stato pagato in più senza vantaggio.
Sempre sulla crisi economica, e sul rapporto con la Fiom, il segretario generale ha detto: “Dalla crisi non sempre si esce per il meglio. Noi abbiamo il dovere di stare in campo con un’idea alta di confederalità. E questo mi porta a dire che Fiom e Cgil sono la stessa cosa”. Nel concludere la assemblea delle tute blu della Cgil: “Senza annullare la dialettica – ha detto – staremo in campo con un progetto condiviso. Un sindacato confederale non è un sindacato che non fa accordi, ma ha un’idea e a questa resta attaccata, ha dei valori a cui resta affezionato: questa sarà la nostra forza”.