Cai ha presentato l’offerta vincolante al commissario di Alitalia, Augusto Fantozzi, per l’acquisizione di beni e asset di Alitalia. Lo ha deciso il consiglio di amministrazione della Società, riunitosi sotto la presidenza di Roberto Colaninno, che ha preso atto del lavoro sin qui svolto. Lavoro, si legge in una nota della società, che ha consentito di «raccogliere intorno alla nuova società oltre venti gruppi imprenditoriali, disposti ad investire oltre 1 miliardo di euro per ristrutturare e rilanciare il comparto aereo del Paese intorno ad Alitalia e Airone; definire i contenuti di un piano industriale ambizioso ma realistico, che consentisse alla nuova compagnia di ritornare a crescere, posizionandosi come uno dei più importante vettori dell’area europea; definire i termini di un importante partnership con uno dei tre principali operatori mondiali del settore, con la possibilità anche di un ingresso di tale partner nell’azionariato della nuova Compagnia; determinare positive conseguenze sul piano occupazionale, che avrebbero permesso di assumere nella nuova società oltre 12.500 dipendenti, prevedendo inoltre procedure di mobilità e ammortizzatori sociali per gli altri dipendenti attuali di Alitalia e AirOne».
Sindacati spaccati. La presentazione dell’offerta al Commissario, condizionata ad una decisione non pregiudizievole per l’acquirente da parte della Commissione Europea e all’assenza di prescrizioni da parte dell’Antitrust, è avvenuta una volta ricevuta la conferma della sottoscrizione da parte di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil trasporti e Ugl trasporti dei nuovi contratti di lavoro e dei criteri di selezione dei lavoratori della nuova compagnia. I sindacati confederali aveva già dato il loro via libera al piano nel pomeriggio, con la firma al lodo Letta. Un secco no era invece arrivato da Sdl, gli assistenti di volo dell’Avia e dell’Anpav e i piloti dell’Anpac e dell’Up in quanto «l’accordo che avevamo firmato a settembre a Palazzo Chigi é stato stravolto – dice il leader dell’Anpac, Fabio Berti -. Noi ci saremmo voluti attenere a quello, ma qualcuno l’ha voluto cambiare». L’ennesimo no di piloti e assitenti aveva dunque indotto la Cai a non presentare l’offerta vincolante. I sindacati autonomi non hanno cambiato idea e restano contrari all’accordo, ma la cordata di imprenditori italiani ha invece deciso di tornare sui suoi passi.
Telefonata Berlusconi-Colaninno. Secondo le agenzie di stampa il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, quando la trattativa sembrava ormai affossata e si prefigurava il fallimento della Compagnia avrebbe telefonato al presidente della Cai, Roberto Colaninno, per scongiurare la rottura sul dossier Alitalia: ecco perchè la decisione di non presentare l’offerta vincolante per gli asset Alitalia sarebbe stata sospesa.
Il lodo Letta. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, ha proposto, nel corso della riunione decisiva a Palazzo Chigi con rappresentanti del governo, Cai, sindacati e il commissario straordinario dell’Alitalia, Augusto fantozzi, un documento di premessa al contratto e ai criteri di selezione del personale nella Nuova Alitalia ponendosi come «garante dell’intesa». Il documento include un richiamo alle intese sottoscritte a palazzo Chigi, è scritto che «ribadita la necessità di concludere il negoziato per il contratto e per i criteri di selezione entro il termine di scadenza, le parti sottoscrivono l’allegato contratto e i relativi criteri di selezione e concordano che le eventuali controversie sull’interpretazione non risolte in sede aziendale verranno sottoposte al giudizio insindacabile del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, garante dell’intesa».
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