Pugno di ferro contro le contestazioni studentesche. Con la speranza che questo scontro tra Berlusconi e gli studenti non sfoci in un nuovo ’68. Con tutti gli annessi e connessi che provocò. “Voglio fare un avviso ai naviganti: non permetterò occupazioni delle scuole e delle università”, perché questa è una “violenza”. “Convocherò oggi il ministro dell’Interno Maroni” per fare il punto della situazione. A sottolinearlo è stato il premier Silvio Berlusconi in una conferenza stampa a palazzo Chigi. Al suo fianco ad ascoltarlo c’era il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
“La realtà che conosciamo in questi giorni e in queste ore – spiega Berlusconi – è una realtà di aule universitarie piene di ragazzi che intendono studiare. Poi ci sono questi manifestanti, organizzati dall’estrema sinistra, molto spesso dai centri sociali come succede a Milano. Quindi non consentirò l’occupazione di università e di scuole, perché non è dimostrazione e un’applicazione di libertà, non è un fatto di democrazia ma è pura violenza nei confronti degli altri studenti, delle famiglie, delle istituzioni e nei confronti dello Stato. Convocherò oggi Maroni e darò a lui istruzioni dettagliate su come intervenire attraverso le forze dell’ordine per evitare che questo possa succedere”.
“Le proteste delle sinistra contro la riforma Gelmini – continua – sono solo il tentativo di fare un’opposizione di piazza ma non portano a nulla”. “Andremo avanti. Continuiamo nella direzione lungamente meritata e poi intrapresa dal ministro Gelmini che è un ottimo ministro”, insiste il premier, che assicura: “Non faremo nessun taglio alla scuola pubblica”, ma il nostro provvedimento è a lungo periodo e estenderà i suoi effetti in tre anni”.
Il Cavaliere respinge quindi al mittente le critiche dell’opposizione: “Noi abbiamo approvato semplicemente un decreto, non si tratta della riforma della scuola. Evidentemente loro hanno visto che tutti i nostri provvedimenti sono inattaccabili e ora se la prendono con questo, creando allarmismi inutili tra la gente e dicendo cose false” che non corrispondono al vero. “Questa opposizione – insiste il presidente del Consiglio – lancia messaggi assolutamente falsi”.
Il premier annuncia ”un dossier sulla riforma varata dal governo contro le bugie della sinistra” che sarà distribuito ai giornalisti. E aggiunge: “In questo fascicolo che abbiamo preparato ci sono tutte le bugie e le menzogne che scrivono e che dicono su questa riforma”.
Da parte sua il segretario del Pd Walter Veltroni dai microfoni di ‘Radio anch’io’ sottolinea: “Se fossi nel governo farei un gesto politico: ritirerei quel decreto Gelmini che è alla base di tutta questa sofferenza e ritirerei le misure finanziarie prese”.
Per il leader del Pd occorre puntare su “autonomia scolastica e valutazione però in una scuola che promuova le pari opportunità, che consenta a tutti i ragazzi di poter partecipare alla sfida scolastica senza essere tagliati fuori né per ragioni sociali né tantomeno, come la Lega ha proposto, per ragioni di appartenenza etnica o di carta d’identità”. “Il governo ritiri questo decreto del ministro Gelmini – rilancia Veltroni – e apra un tavolo con tutti i soggetti che vivono nella scuola, con la sfida di tutti a fare innovazione. Noi siamo disposti a dare il nostro contributo”.
Intanto, continuano le proteste in tutta Italia contro la riforma della scuola del ministro Gelmini. A Torino, dopo Fisica e Agraria, l’occupazione si è estesa anche a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche. L’iniziativa è stata decisa ieri sera dall’Assemblea No Gelmini al termine di un incontro a cui hanno partecipato un migliaio di studenti. ”La decisione – spiega una nota dell’Assemblea – si inserisce in un percorso di mobilitazione a livello nazionale e si pone come obiettivo quello di estendere il più possibile la partecipazione di tutto il mondo accademico”.
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