Dalla scuola all’economia, dalla fine dell’alleanza con Di Pietro alla manifestazione del 25 ottobre. Walter Veltroni al forum di Repubblica tv parla a tutto campo e affronta i temi caldi che attraversano tutta l’attualità politica.
Di Pietro. Secondo il leader del PD la rottura tra il Partito Democratico e Italia dei Valori è stata causata da Antonio Di Pietro.”Domenica ho detto una cosa che avevo già detto una ventina di volte – ha spiegato Veltroni – un giornalista mi ha fatto notare che però era domenica ed ha avuto risalto perché il lunedì i giornali non sanno che fare. La cosa che mi colpisce è l’idea che sia stata presentata come una rottura del Pd nei confronti dell’Idv. Questo è quanto di più clamoroso e acrobatico”. “Di Pietro – ha proseguito – da mesi ha un atteggiamento di attacco permanente nei nostri confronti. Spero che ritorni ad avere le posizioni che aveva quando ha sottoscritto il programma con noi. Da lì si può partire, dalle posizioni espresse prima del voto”.
Consulta. Nonostante la frattura con l’Italia dei Valori, Veltroni conferma “che il PD continuerà a votare Orlando”. Il segretario del Pd sottolinea come appaia del tutto incomprensibile, a suo parere, il veto su Orlando, a maggior ragione se l’opposizione convergerà sul candidato del centrodestra per la Consulta, Giuseppe Frigo.
Lodo Alfano. Più duro il segretario del PD per quanto riguarda il referendum sul Lodo Alfano voluto dall’Italia dei Valori. ”Il referendum – afferma Veltroni – mi sembra più che un mezzo per cancellare il Lodo, un’operazione per aumentare il consenso politico (di chi lo promuove, ndr). Ma è chiaro che se il referendum non passasse sarebbe un trionfo per Berlusconi. Noi non vogliamo fare regali a Berlusconi per un 1-2% di consensi”.
Stampa. Una prima frecciata contro il sistema dell’informazione, Veltroni l’ha lanciata nel parlare della fine dell’alleanza con l’Idv, ma è quando si riferisce al “pensiero unico” che imperverserebbe sui media che rincara la dose:”Tutti contro il centrosinistra,- dice – nessuno critica il
governo”. “Gran parte della stampa italiana ha l’obiettivo di colpire il Partito Democratico. C’è un paradosso: prima ci accusano di non avanzare proposte poi quando lo facciamo non c’è una riga sui giornali. Ieri- spiega Veltroni- abbiamo fatto una bella iniziativa con le forze dell’ordine presentando loro le nostre proposte per migliorarne le condizioni. Sui giornali non c’è nulla. Abbiamo presentato un pacchetto di misure per integrare il decreto anti-crisi e anche in questo non c’era una riga. Che dobbiamo fare?”. Lo stesso atteggiamento peraltro, dominava l’informazione ai tempi in cui il centrosinistra era al governo. Ma al contrario, non avviene oggi che al governo è il centrodestra. “Tutti hanno guardato allora alle divisioni del centrosinistra – spiega Veltroni- ma anche adesso che al governo è la destra, ci sono delle divisioni”. Veltroni fa l’esempio “del federalismo”, con le divisioni tra Lega e An. “Le pare- chiede ai giornalisti in studio- che ci sia lo stesso trattamento riservato all’epoca a Mastella o a Dini?”.
Scuola. In effetti, motivi per prendersela con il governo ce ne sarebbero. E molti. La scuola, ad esempio. Su questo punto, particolarmente caro al Partito Democratico, Veltroni difende le proteste di questi giorni e attacca la Gelmini. “Il maestro unico – dice – è l’ennesima puntata della strategia di nascondimento della realtà di Palazzo Chigi. Il Paese si sente insicuro, e vede il futuro con incertezza? Bene, allora diamogli il maestro unico, che altro non è che l’illusione del ritorno ai bei tempi andati. Magari per coprire il fatto che a giugno 70mila ricercatori rischiano di andare per strada”.
Economia. Anche sul modo con cui il governo sta rispondendo alla crisi finanziaria e, quindi, alle conseguenti ripercussioni sull’economia reale, il segretario PD esprime tutte le sue perplessità. “Adesso – spiega Veltroni – tutti sono convinti che lo Stato deve intervenire. Ma in Italia quando si dice Stato non si dice una entità neutra, ma si dice partiti. Io temo che ci sia il rischio di una eccessiva invadenza”. Poi lancia l’allarme: “Questa situazione può lasciare sul terreno due vittime, di cui il governo non sembra occuparsi più di tanto. Le piccole e medie imprese e i lavoratori”
PD. Nell’intervista a Repubblica Tv, Veltroni parla anche del futuro del Partito Democratico e nega che sia in programma un congresso straordinario “perché ora è prevista la battaglia politica”. Inoltre, continua il segretario PD, “prima, per il partito, è necessaria una grande sfida di innovazione, una innovazione generazionale”.
25ottobre. Non manca ovviamente lo spazio per parlare della grande giornata di mobilitazione organizzata dal Partito Democratico per il prossimo sabato. Veltroni lo fa ironizzando su Berlusconi, che più volte ha criticato la manifestazione del 25 ottobre: “Strepitoso.- si sorprende il segretario PD – Ma é lo stesso essere umano che parlava da un palco due anni fa a piazza San Giovanni avendo organizzato una manifestazione, non la prima, contro il governo Prodi?”. La manifestazione “andava bene- aggiunge Veltroni- se era fatta contro il governo Prodi. Mentre se si fa contro il governo Berlusconi e per un’Italia nuova, non va bene. Il centrosinistra allora non negò la legittimità perché la democrazia è così: e cioè che esista un’opposizione non solo sui giornali e in tv.
Veltroni, inoltre, tiene a fare le dovute distinzioni tra la piazza del ‘Contro il regime, per la libertà’ di Berlusconi e la piazza del PD. Il Circo Massimo, sabato, promette Veltroni, parlerà un linguaggio diverso: ”bisogna smetterla di parlare il politicismo, bisogna tornare a parlare alla gente. Questa è la mia dannazione da un anno ma sono stati fatti passi avanti e sabato non parleremo di acronimi come Idv o Udc ma della vita delle persone e dei loro problemi reali”.
Durante l’intervista, Veltroni difende anche i tempi della manifestazione: ”Non è tardiva – replica ad un ascoltatore – anzi cade in un momento di disagio economico e sociale, di protesta sulla scuola e per la ricerca, sui temi della legalità, come ad esempio la raccolta di firme per Saviano, che faremo anche nella nostra piazza. Noi – conclude il segretario PD – andiamo in piazza non per gridare ma perché ci sono battaglie in cui bisogna farsi trovare”.