Cortei in più di cento città d’Italia con migliaia di persone scese in strada per protestare contro la “controriforma” Gelmini. Tutti per urlare il proprio “no” ad un passato che ritorna, ai tagli senza criterio e ad un decreto destinato alla scuola e che invece sembra scritto negli uffici di via XX settembre. “Gelmini, grazzie x la squola kecci dai!”, recita uno dei tanti striscioni che colorano la manifestazione da Milano a Palermo, passando per Bologna, Firenze, Roma, Napoli e tante altre città in tutta la Penisola.
Il Partito Democratico, nelle parole del suo segretario Walter Veltroni, si schiera al fianco delle “decine di migliaia di studenti” che oggi sono scesi nelle piazze di molte città italiane e “hanno detto con chiarezza cosa pensano dei provvedimenti della Gelmini”.
Quella scesa in piazza oggi, afferma Veltroni, “è l’Italia dei giovani che mostra una volontà di partecipare e una straordinaria maturità: protestano per difendere l’innalzamento dell’obbligo scolastico, per una scuola seria e formativa, contro una finta riforma fatta solo di tagli alle spese, di meno professori e meno scuole, di classi sempre più affollate, per chiedere una scuola più moderna e non un ritorno all’indietro”.
Il PD, prosegue il leader democratico, “sta con questi ragazzi e con tutti i protagonisti della scuola, coi professori che lavorano seriamente per stipendi bassi rispetto a quelli di tutta Europa, coi genitori che si vedranno sottrarre il tempo pieno con ricadute pesantissime sui bilanci familiari e sulla vita quotidiana, specie delle donne, con tutti quelli che vogliono una reale innovazione della scuola”.
La manifestazione del prossimo 25 ottobre promossa dal Partito Democratico, ricorda infine Veltroni, “sarà una nuova occasione di lotta contro la scuola che piace a questo governo e che non piace agli italiani”.
Anche per Pina Picierno, ministro ombra delle Politiche giovanili, la manifestazione di oggi rappresenta una “giusta protesta” per un decreto che vuole essere “una vera scure sul futuro”. “La cosiddetta ‘riforma’ del governo Berlusconi – continua l’esponente del PD – metterà in ginocchio il nostro sistema formativo.
“Dopo il voto di fiducia alla Camera e la totale sordità del governo per le nostre proposte di modifica, – conclude – è fondamentale che il mondo della scuola e quindi innanzitutto gli studenti, che vivono la scuola tutti i giorni e che nella scuola ripongono le proprie speranze per il futuro, denuncino all’opinione pubblica ciò che sta accadendo”.
Solidale con gli studenti che hanno deciso di scendere in piazza anche il capogruppo della commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. “Il governo potrà pure ottenere la fiducia della sua maggioranza – dice – ma di certo non ha conquistato la fiducia del mondo della scuola”. Un mondo, spiega Ghizzoni, che oggi alla manifestazione studentesca ha fatto sentire “la propria insofferenza per la ‘ricetta’ Gelmini-Tremonti”.
“Lo spazio per un ripensamento c’è ancora al Senato – conclude Ghizzoni – speriamo che il ministro Gelmini sappia cogliere questa occasione per correggere una legge ideologica, inutile e inadeguata ad affrontare concretamente i problemi della scuola italiana”.
Insomma un governo che promette un futuro migliore agendo attraverso le imbarazzanti misure che sta approvando in Parlamento, tra l’altro imponendo la fiducia e soffocando il dibattito, “è un governo – dichiara una nota degli studenti – che racconta balle”. Balle tanto inaccettabili da avere un unico pregio: quello di aver dato vita ad una delle manifestazioni studentesche più numerose degli ultimi anni.
La manifestazione organizzata dall’Unione degli Studenti conta infatti un’alta partecipazione dei giovani che l’Uds stima intorno alle 500.000 presenze in tutto lo stivale. La Rete ha fornito anche i primi risultati della protesta in varie città d’Italia: 30 mila a Napoli; 10mila a Torino; 5000 a Milano, Roma, Palermo, Treviso e Vicenza; 3000 a Siracusa e a Padova; 2000 a Caltanissetta; mille a Venezia, Verona, Belluno, Vittoria, Perugia.
La protesta, però, non si ferma qui, gli studenti infatti annunciano che saranno il 30 ottobre in piazza con docenti e personale della scuola e il 17 novembre in tutta Italia per la giornata internazionale degli studenti.
La prima delle due date sarà probabilmente l’appuntamento più caldo, in quanto per l’occasione le sigle sindacali legate alla scuola sono arrivate ad “un accordo storico – racconta il coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, Rino Di Meglio – perché vede per la prima volta tutti i cinque sindacati della scuola (Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuolae Snals) uniti in una forte iniziativa di protesta”. La spiegazione di tale unanime accordo è molto semplice. l`indignazione dei docenti verso le decisioni del Governo, spiega ancora Di Meglio, non conosce confini politici: “Tutti gli insegnanti, anche quelli che hanno votato per lo schieramento che oggi è alla guida del Paese, sono profondamente offesi dai ripetuti e costanti insulti rivolti alla scuola italiana. Ogni giorno, ormai, gli insegnanti sono vittime di attacchi ingiustificati che mortificano chi, invece, si sacrifica quotidianamente per conservare un minimo di dignità e continuare, nonostante tutto, a lavorare seriamente per il futuro dei giovani e, quindi, dell`intero Paese”.