“Ieri in televisione era un dilagare di ministri, quegli stessi ministri che Berlusconi aveva detto qualche giorno fa che non sarebbero dovuti andare in televisione.
Evidentemente non devono andare quando c’e’ qualcuno che si contrappone alle loro idee, invece possono andare sulle televisioni del presidente del Consiglio in piena liberta’”. Ha scelto la radio il segretario del Pd Walter Veltroni per commentare gli attacchi domenicali da parte della maggioranza. Ospite della trasmissione di Radio 3 “Faccia a faccia” ha spiegato che nonostante siano venute meno le condizioni di una “convivenza” tra governo, maggioranza e opposizione, “non faremo mai l’errore di essere in contraddizione con cio’ che siamo, una forza democratica e responsabile”.
Parlando dell’intervista di Domenica In a Renato Schifani ha raccontato di “essere stato informato di questa dichiarazione, perche’ non avevo visto la televisione, e poi sono stato raggiunto da una telefonata del presidente del Senato il quale ha voluto dirmi che l’interpretazione che veniva offerta non era corrispondente al suo pensiero, che il suo pensiero era quello che mi aveva tante volte manifestato e cioe’ il fatto che il Partito democratico e’ stato protagonista della semplificazione della vita politica, di un clima politico-istituzionale piu’ civile. E che quindi le parole che aveva pronunciato non dovevano intendersi come parole pronunciate contro l’opposizione. Io ho semplicemente detto a lui quello che poi abbiamo detto in un comunicato: che consideravo questo uno spiacevole incidente e che pero’ lo consideravo chiuso. E in effetti lo considero chiuso”.
Nonostante questo Veltroni registra “un clima molto pesante in questo paese, in cui il governo si comporta come se avesse preso il potere e non fosse il governo pro tempore. L’esecutivo ha fatto cose gravissime. La dichiarazione del ministro della Difesa La Russa a favore dei combattenti della Decima Mas schierati a fianco dei nazisti, detta in una sede formale, l’8 settembre a Porta S. Paolo dove sono caduti militari e civili nella difesa di Roma, è di gigantesca importanza”.
Tolleranti con i razzisti. “C’e’ un’ondata di razzismo e xenofobia che viene tollerata dalla destra e che gli da’ coperture. Questo governo strizza l’occhio a questa ondata per ragioni puramente di consenso”. L’esecutivo, ha proseguito Veltroni, ha assunto “un comportamento in queste ore che nega questa sequenza di fatti violenti, di intolleranza e razzismo” di cui hanno parlato anche il Papa e il capo dello Stato, e “ogni giustificazione ‘e un sostegno al razzismo. Chi governa – ha concluso – deve avere a cuore il bene del paese – e non fare una campagna – che nega ció che tutti hanno visto, ne ha parlato il Papa, ne ha parlato il presidente della Repubblica: c’è stata una sequenza di fatti di intolleranza, di razzismo. Ogni giustificazione è un sostegno al razzismo. Ho il dovere di dirlo, non mi importa nulla se i sondaggi dicono che è piú popolare dire il contrario”.
Sull’episodio della donna che ha denunciato maltrattementi subiti da agenti di polizia all’aeroporto di Ciampino, Veltroni ammette delle perplessità: “Conoscendo le forze di polizia non sono portato a credere che facciano cose del genere”. cemente per ragioni di consenso”.
Intolleranti verso le critiche. “Il presidente del Consiglio ha fastidio di tutto, dell’esistenza dell’opposizione, dei sindacati, del Parlamento, della Magistratura: e’ chiaro che cosi’ diventa molto difficile una convivenza” con l’opposizione “ispirata all’idea per cui ciascuno fa la sua parte. Il tema ormai – ha sottolineato – e’ se il governo ritiene plausibile l’esistenza dell’opposizione o meno, se ammette l’esistenza dell’opposizione o se questo clima soffocante, questo pensiero unico, travolge tutto”.
L’esercito della scuola. All’Italia servono “eserciti di buoni maestri, di persone che si fanno in quattro per formare generazioni di italiani. Si parla di una riforma della scuola ma – sostiene il leader del Pd – è una espressione sbagliata, non c’è nessuna riforma ci sono solo 8 miliardi di tagli. Ma lei ci pensa – ha chiesto alla direttrice de l’Unità – che hanno stabilito che un ragazzo alle elementari o alle medie che ha 5 in una sola materia non passa l’anno? Ma che diavolo di idea hanno del paese? Sono mai stati in un quartiere popolare, una borgata, una zona rurale? Puó darsi che nel casertano, in un quartiere povero, un ragazzo faccia fatica con l’inglese? Cosa facciamo gli diamo 5, lo bocciamo, in modo tale che aumenti le fila di chi abbandona la scuola?”.
“La scuola – ha insistito Veltroni – va cambiata radicalmente, lungo l’asse di due parole, valutazione e autonomia. C’è bisogno della scuola del merito, ma il merito non puó essere il merito dei ricchi. Il nostro capogruppo alla Camera mi diceva che il governo, appena si passerà alla discussione su articoli sulla scuola metterà la fiducia, per impedire che ci possa essere la votazione degli emendamenti e che anche la loro maggioranza si possa articolare, visto che anche la Lega su molte delle cose che verranno discusse non è d’accordo. Ormai il Parlamento è considerato una specie di camera di ratifica”. Secondo Veltroni “il maestro unico, ridurre il numero degli insegnanti, ridurre il numero delle ore significa chiudere le scuole nei paesi piú piccoli e limitare, ridurre il tempo pieno”.
Berlusconi non conosce la Costituzione. “Il presidente del Consiglio dimostra di non conoscere la Costituzione su cui ha giurato, perche’ i decreti sono ammessi solo per ragioni di urgenza”. Lo ha ricordato il segretario del Pd commentando l’annuncio di una raffica di decreti fatto qualche giorno fa dal premier e ha citato l’esempio americano, dove il presidente George W. Bush per far fronte alla crisi economica non ha emanato decreti, ma ha predisposto un piano e lo ha sottoposto al voto del congresso, più di una volta.