“In un momento difficile per il Paese, in cui la destra cavalca i sentimenti di paura e smarrimento, il governo non propone un progetto organico di riforma della scuola ma applica una mera politica dei tagli, dimenticandone la funzione sociale. Mentre sul sistema formativo si valuta la qualità di un Paese moderno”
Walter Veltroni
“Se è vero che è dallo stato della scuola e del sistema formativo in genere che si valuta la qualità di un paese moderno, allora è giusto intervenire nella scuola per cambiare il paese. Ma per fare ciò occorre investire, non tagliare. Il governo propone tagli per 8 miliardi di euro, quasi 100 mila insegnanti in meno e 43mila tagli nel personale tecnico-amministrativo. Questo è quello che vuole Tremonti ma è esattamente il contrario di ciò di cui l’Italia ha veramente bisogno. Con questo governo la scuola passa da settore strategico a solo capitolo di spesa, con conseguenze disastrose.”
Inizia così il discorso del segretario Walter Veltroni all’incontro con il mondo della scuola, a conclusione di “Salva la scuola”, iniziativa promossa dal Pd, iniziata il 26 settembre, con appuntamenti in tutta Italia. “Ci sono aree sulle quali è necessario operare tagli. Ma non è certo quello della scuola il settore in cui portare la spesa pubblica al di sotto della media europea. Il futuro dell’Italia si gioca su formazione, scuola, ricerca e università”
Il tema della riforma del sistema scolastico diventa così un’occasione per una riflessione più ampia, che parte dalle misure inadeguate e pericolose che il governo si appresta ad introdurre, ricorrendo alla decretazione e allo strumento della fiducia. Innanzitutto quella che Walter Veltroni considera la misura più grave, cioè la possibilità di essere bocciati anche con una sola insufficienza in pagella, poi la reintroduzione del voto in condotta, misura “figlia dei sondaggi e della politica degli annunci” che finisce con il “favorire l’abbandono scolastico”. Poi l’abbassamento dell’obbligo scolastico e la riduzione del tempo pieno che, come le altre misure citate, finirà per “aumentare le disuguaglianze e disattendere la missione inclusiva della scuola”, così come delineata dalla Carta Costituzionale.
Partendo dalle critiche il segretario individua quello che deve essere il ruolo dell’intero sistema formativo nella società. Di fronte ad un “deserto di senso” che c’è nei giovani, causato da una “società in cui la formazione si fa tramite la televisioni e si va affermando un sistema di disvalori spetta alla scuola e agli insegnanti il compito di ricreare una società che produca valori”. Una scuola dunque che non abbia come scopo unico quello di insegnare a leggere e scrivere, ma che insegni lo spirito critico e sia strumento di “inclusione sociale”.
Posto che è necessario intervenire in una riforma della scuola necessaria per adeguare l’intero sistema della formazione all’evoluzione dei tempi, proprio su questi temi Walter Veltroni auspica “una riflessione aperta e condivisa, non a seconda della maggioranza che governa”. Il governo invece evita la discussione parlamentare e vuole riproporre “una scuola dal sapore nostalgico che non affronta la complessità delle questioni che la scuola è chiamata ad affrontare”.
Il Partito Democratico propone una riflessione sulla scuola basata su tre dimensioni. Innanzitutto la valorizzazione dell’autonomia scolastica, “unico strumento utile a garantire una scuola moderna, di qualità e innovativa”. Poi la valutazione, attuando una dinamica di formazione del corpo docente, strumento attraverso il quale “costruire un sistema educativo moderno”. Infine la stabilità del corpo docente, garantendo migliori condizioni retributive e professionali, tanto agli insegnanti di ruolo che all’intero mondo dei precari della scuola.
Il Partito Democratico intende per questo esercitare fino in fondo le funzioni dell’opposizione in sede parlamentare, invitando il ministro Gelmini ad ascoltare il mondo della scuola, per fare in modo che la scuola torni ad essere strumento di inclusione sociale. Non nascondendo le differenze dietro il grembiule, perché è proprio nella scuola che si ha la misura delle pari opportunità.
Queste in sintesi le proposte del PD per riqualificare la scuola:
• Realizzare il patto educativo tra le scuole, le famiglie e gli studenti e approvare in Parlamento nuove norme sugli organi collegiali della scuola
• Valorizzare le professionalità degli insegnanti, adeguando gli stipendi in base al merito e stabilendo un piano straordinario e permanente di aggiornamento
• Azzerare il precariato e introdurre nuove norme di accesso all’insegnamento
• Riorganizzare gli organici del personale in base alle necessità di ogni singolo istituto
• Potenziare l’autonomia scolastica
• Attivare un sistema di valutazione di tutte le istituzioni scolastiche
• Rendere operativo l’obbligo di istruzione a 16 anni per ridurre a zero la dispersione scolastica
• Procedere con il riordino degli istituti tecnici e professionali
• Promuovere una scuola più aperta, integrata con il territorio di appartenenza, che sostenga più cultura, alfabetizzazione informatica, sport, attività sociali e volontariato