Con l’orgoglio di chi si sente di aver operato nel giusto e per l’interesse del paese, Walter Veltroni ha partecipato alla trasmissione Porta a porta condotta da Bruno Vespa. La svolta per l’Alitalia, il berlusconismo, le difficoltà nazionali ed internazionali sono stati i principali argomenti al centro del dibattito televisivo.
Alitalia. “Io ho fatto il leader dell’opposizione come si fa in un paese anglosassone: ho cercato
di dare una mano alla conclusione positiva della vicenda, tenendo relazioni con Colaninno e i sindacati e informando Gianni Letta, che si è sempre speso perché ha il mio stesso tipo di cultura istituzionale”. Questo è il commento di Walter Veltroni alla domanda di Bruno Vespa su quale sia stato il suo contributo nella svolta che ha portato ad una soluzione positiva la vicenda Alitalia.
“Il momento chiave – ha chiarito il segretario del Pd – è stato 48 ore fa. Allora la vicenda era
drammaticamente conclusa. Io ho cercato di fare il mio dovere, ho cercato di far fare un passo avanti alla Cai nel tentativo di costruire le condizioni di una nuova proposta”.
Il Pd non poteva tirarsi indietro davanti alle sue responsabilità ed ai grandi problemi del Paese. “Se fossimo stati irresponsabili, avremmo evitato di intervenire e la tentazione era forte viste le dichiarazioni bellicose del presidente del Consiglio contro di noi, ma prima di tutto c’è l’interesse del paese”. “Ora – ha aggiunto – si è arrivati ad un accordo positivo per la nazione, per i lavoratori e per Alitalia. E ora c’è una prospettiva di un accordo internazionale, perché oggi si sa che è necessaria.
Bullismo berlusconiano. “Quarantotto ore fa si è sbloccata la situazione perché, mettendo insieme Colaninno ed Epifani, ho cercato di favorire il fatto che si trovasse un punto di intesa. Non mi sono assunto nessun merito ma, informando il governo, ho cercato di dare una mano per la soluzione di una vicenda gestita malissimo. Ed invece Berlusconi, pur sapendo quello che stavamo facendo, mi ha attaccato. Basta con gli spot, i fuochi d’artificio, il bullismo al governo. E’ un dovere far sapere agli italiani come stanno le cose”. Così Walter Veltroni ha attaccato il premier a chiusura della sterile polemica lanciata dal capo del governo su di chi fossero le colpe del possibile fallimento di Alitalia.
Sindacati e Cai. Berlusconi non ha favorito il raggiungimento positivo delle trattative, ha “insultato l’opposizione che cercava di dare una mano” e insultato la Cgil, che era una delle parti in causa. Così Veltroni difende le scelte di Epifani poiché “ha sempre detto che non poteva firmare per i lavoratori che egli non rappresentava”. La soluzione è il frutto di correzioni che il Governo, invece di insultare la Cgil, doveva fare prima. La novità è il gesto con cui la Cai ha messo sul tavolo delle nuove condizioni più favorevoli”.
“Al sindacato – ha concluso Veltroni – si deve chiedere di essere riformisti, di difendere i lavoratori in modo dinamico ma non vanno messi in un angolo”.
Gianni Letta. Durante Porta a porta, condividendo gli elogi fatti dagli altri ospiti a Gianni Letta per il ruolo di mediazione svolto durante la vicenda Alitalia, Veltroni ha fatto però notare come i toni aggressivi assunti dal governo verso i sindacati e l’opposizione hanno dimostrato che il peso del sottosegretario è molto minore che nel precedente Governo Berlusconi. “Non credo – ha aggiunto Veltroni – che Letta abbia avuto piacere ieri di fronte alla sbattuta di porta” da parte di Berlusconi.
Salva l’Italia. L’Italia sta attraversando “una spaventosa crisi economica”. Una miscela fatta di indebolimento del potere d’acquisto delle famiglie e conseguente crollo dei consumi interni. E il governo non sta facendo nulla di nulla per invertire la rotta. Questo è il senso della manifestazione Salva l’Italia che il Pd organizzerà il 25 ottobre. “Sarà una manifestazione inusuale nella politica italiana, perché cercherà di raccogliere il malessere che c’è nella società trasformandolo in un esito positivo”.
“Hanno fatto la guerra contro Prodi e Visco – ha continuato Veltroni – affermando che in Italia le tasse erano troppo alte. Ma guardate il Dpef: le tasse non diminuiranno ed anzi saliranno dal 2010, mentre già ora saliranno le tasse comunali”. Che fine hanno fatto tutte le promesse elettorali? “Anche la Social Card di Robin Hood dove è finita? Nella finanziaria non c’è nulla. Ed hanno tagliato anche i fondi all’Anas e alle Ferrovie”.
“Due anni fa – ha ricordato il segretario del Pd – il centrodestra organizzò una grande manifestazione a Piazza San Giovanni e nessuno sollevò obiezioni. Portarono la mortadella contro
Prodi, noi invece cercheremo di trasformare il malessere presente nel Paese in una proposta alternativa”.
Uno sguardo oltre confine. “La crisi finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti – ha chiarito Veltroni – è il frutto della deregulation della destra degli anni ’80 e ’90, quella che diceva che bisognava lasciare libero il cavallo nella prateria, perché tanto poi alla fine tutti potevano brucare. Ora quelle stesse persone si sono trasformate in iperstataliste e vogliono nazionalizzare tutto”. Questo è il “sintomo di una grande confusione culturale della destra”.
C’è bisogno di nuove soluzioni alle difficoltà mondiali: “Io sono per un libero mercato, in cui lo Stato fa il regolatore nei settori di interesse dei cittadini. La risposta non può essere il trasformarsi ondivago e zuzzurellone di chi prima era per la deregulation e ora è iperstatalista”.