Si incrina il fronte del no: l’Anpav si dice pronta a firmare l’accordo quadro come già fatto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl e il via libera degli assistenti di volo al piano sembra aprire qualche spiraglio.
Nel dare la disponibilità a sottoscrivere l’accordo, l’Anpav ritiene però come condizione ineludibile l’invarianza salariale a fronte di un aumento della produttività nel rispetto della normativa vigente europea.
Ieri, durante il vertice a Palazzo Chigi il sottosegretario Gianni Letta ha ribadito che la Cai rimane l’unico potenziale acquirente di Alitalia. Maurizio Sacconi.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha escluso l’ipotesi di nazionalizzazione, tacciandola da subito come “un’ipotesi assurda” e il commissario europeo ai Trasporti, Antonio Tajani, ha sottolineato che sarebbe comunque un’ipotesi che verrebbe bocciata dall’Ue.
La speranza che la situazione volga al meglio è anche del ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola: “Io mi auguro che ci possa essere chi nel mondo sindacale possa ripensare alle posizioni prese e chiedere a questo gruppo privato o ad altri di fare un’offerta, ma il percorso è segnato dalla legge che prevede che l’azienda è in liquidazione. L’augurio è che chi non avendo conosciuto abbastanza le cose o avendo sottovalutato il problema possa ripensarci e firmi quello che non è stato firmato prima”.
Intanto l’ Enac ha confermato che la licenza di volo per Alitalia durerà ancora dieci giorni, poi gli aerei dovranno rimanere a terra. “Se non ci sarà nulla di concreto sul tavolo – spiega il numero uno dell’Enac, Vito Raggio – tempo una settimana o al massimo 10 giorni e gli aerei non potrebbero più alzarsi da terra. Ma ovviamente ci auguriamo che questo non accada”.
Il fallimento sembra dunque vicino per Alitalia ma si susseguono ore di lavoro e incontri per evitare il crac.
Massimo D’Alema insiste: “La trattativa per Alitalia è stata frettolosa, ma la partita non è ancora chiusa”.
E Pier Ferdinando Casini chiede un sacrificio ad “entrambe le parti”, Cai e piloti.
“Un sacrificio i piloti, – spiega- perché con quel modo di fare sindacato non si va da nessuna parte. Un sacrificio la Cai, perché non si può avere un affare assicurato, ci deve essere un rischio imprenditoriale anche per gli imprenditori della Cai”.
Se Alitalia si trova in una “condizione drammatica”, attacca invece Walter Veltroni, è colpa “della conduzione totalmente irresponsabile e dilettantesca da parte del Governo”. “Attraverso l’accordo con Air France – sottolinea – l’Alitalia sarebbe stata invece un’emergenza nazionale risolta”.
Ma per il leader Pd una soluzione è ancora all’orizzonte: due le ipotesi proposte. “Primo, che la Compagnia aerea italiana (Cai) ascolti le richieste dei sindacati e riflettesse su una soluzione che ne tenga conto”. Se ciò non fosse possibile, Veltroni chiede al commissario, Augusto Fantozzi, di verificare, “attraverso una sollecitazione pubblica, e non limitandosi a una lettera, se ci sono compagnie interessate all’Alitalia alle nuove condizione definite dal Governo”, cioè senza i debiti.
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