Inizia alla Commissione Affari costituzionali della Camera la discussione sulla modifica della legge elettorale per le elezioni europee che si terranno nella prossima primavera.
Il relatore di maggioranza, Peppino Calderisi (Pdl), illustrerà la posizione già annunciata dalle forze di Governo: forte correzione del sistema proporzionale con l’introduzione del quorum al 5% e la cancellazione del voto di preferenza per allineare le norme elettorali delle europee con quelle vigenti per l’elezione del Parlamento nazionale e riduzione dell’ampiezza delle circoscrizioni, che da cinque diventano 15, (rispecchiando la divisione regionale con l’accorpamento di quelle più piccole), con conseguente diminuzione del numero di candidati per lista.
Una posizione, questa, che non piace affatto all’opposizione.
Pd e Idv chiedono che l’asticella del quorum per accedere al Parlamento di Bruxelles venga abbassata al 4 o al 3% senza eliminare il voto di preferenza.
La proposta del Pd, a prima firma del capogruppo Antonello Soro, prevede le preferenze, con l’obbligo di alternanza di genere, dieci circoscrizioni e la soglia di sbarramento al 3%.
Altrettanto netta la posizione dell’ Udc: non si può accettare l’abolizione del voto di preferenza in un momento di grave crisi del rapporto tra politica e opinione pubblica. L’accusa è infatti che, abolendo le preferenze, si limiterebbe il diritto del cittadino di scegliere il proprio candidato.
“Siamo pronti – ha ribadito nei giorni scorsi Pier Ferdinando Casini dalla festa del suo partito – a fare le barricate in Parlamento per il loro mantenimento”.
“Noi insistiamo nel confermare la nostra disponibilità al dialogo per la costruzione di una riforma elettorale equilibrata – ha ribadito anche il segretario Lorenzo Cesa- ma diciamo anche che più sarà evidente il tentativo di soffocare la volontà degli elettori, più saremo pronti ad alzare il livello dello scontro”.
I tre partiti dell’opposizione sono intenzionati dunque a usare tutti gli strumenti parlamentari per rendere difficile l’iter della riforma elettorale.
La posizione della maggioranza sembra però molto decisa.
Ieri sera, partecipando alla trasmissione televisiva ‘Porta a Porta’, Silvio Berlusconi ha precisato la sua posizione: “Con la soglia del 5% non si disperdono i parlamentari, il Pdl potrebbe arrivare a essere il primo gruppo nel Partito popolare europeo e incidere così nelle decisioni del Parlamento europeo facendo gli interessi dell’Italia”.
Sulla questione delle preferenze, il premier è stato altrettanto chiaro: “Se fossero lasciate, sarebbe un ritorno al passato e si ritornerebbe alla vecchia politica e ai finanziamenti occulti”.
Ed è forte l’opposizione alla proposta avanzata dal Governo anche da parte dei partiti di sinistra che sono stati esclusi dalla rappresentanza parlamentare nelle scorse elezioni politiche di aprile: da Rifondazione comunista, al Pdci, da Sinistra democratica, al Partito socialista.
Queste forze rischiano infatti di essere espulse anche dal Parlamento di Bruxelles, se venisse introdotto il quorum del 5%.
Dopo il dibattito nella Commissione Affari costituzionali, il confronto parlamentare sulla nuova legge per le europee passerà all’Aula di Montecitorio.
Il Governo ha infatti deciso di non presentare un proprio disegno di legge e di affidarsi alle decisioni del Parlamento.
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