“Il livello della nostra opposizione sta crescendo. Il Partito Democratico non è nato neppure da un anno, e il governo insediato da tre mesi. Ora dobbiamo ritrovare lo spirito della campagna elettorale, aprire il partito ai gioani e alla forze nuove provenienti dalla società. Siate duri con i vostri dirigenti, ma non andate dietro a quelli che piangono e si deprimono. In politica si perde e si vince e noi dobbiamo prepararci a ritornare a vincere. Questa è la regola e la dignità della politica”. E’ un Franco Marini molto deciso quello che si presenta alla Festa Democratica nazionale di Firenze. Intervistato dall’editorialista de ‘La Stampa’ Federico Geremicca, il senatore del PD mostra tutta la sua caparbietà e la sua proverbiale tenacia nel difendere e al tempo stesso spronare l’azione del partito.
“Il PD c’è e ci sarà anche nel futuro. Abbiamo creato un partito riformista, progressista, che mette insieme gli ideali di libertà e giustizia sociale, per opporci ai conservatori. Ora – dopo aver subito una pesante sconfitta elettorale, dalla quale però siamo usciti con il 33.4% dei voti – dobbiamo ristabilire le priorità per il Paese e puntare dritto su quelle”. Marini non vede i buon occhio l’ipotesi di un congresso anticipato del partito. “In questo momento non ha senso, ci paralizzerebbe in una situazione estremamente delicata. E poi non c’è un’alternativa a Veltroni, né a livello politico, né a livello individuale”. L’unica voce fuori dal coro è quella di Arturo Parisi, “che – afferma l’ex presidente del Senato – rappresenta un’esigua minoranza che vorrebbe tornare all’Unione”.
Escludere un congresso in questo momento, non significa che non ci saranno momenti di verifica. “Ci saranno, eccome. Ma non quando il partito deve ancora strutturarsi sul territorio e fare gli iscritti. Adesso ci aspettano due tornate elettorali importantissime, come le europee e le amministrative in cui i cittadini saranno chiamati a rinnovare 56 giunte provinciali. Dopo europee e provinciali è chiaro che una verifica va fatta”. D’altronde, c’è scritto anche sullo statuto del PD che entro fine 2009 si dovrà tenere il congresso.
Ora ciò che va fatto è ricalibrare le priorità del Paese e ritornare a puntare su quelle per mettere in evidenza tutte le contraddizioni del governo Berlusconi. “L’assemblea programmatica e organizzativa” in programma per fine 2008 o inizio 2009, servirà proprio a quello, “oltre che a fare il punto sullo stato di evoluzione del partito”. Secondo Marini, ex segretario della Cisl, le priorità assolute sono la tutela “dei salari, delle pensioni, degli stipendi”. Insomma del potere d’acquisto delle famiglie italiane, la cui repentina diminuzione sta portando al collasso dei consumi interni.
“Se crollano i consumi, cala la produzione e il Paese smette di crescere”, afferma Marini. “Su questo va condotta una dura battaglia, perché è la più grande contraddizione in cui è caduto il governo Berlusconi”. Marini osserva come “dal secondo semestre del 2008 l’economia europea sia ferma e quella italiana ancora più in crisi. Riconosce a Tremonti di aver capito “forse prima di altri quello che sarebbe successo” e cioè che “il mercato non è in grado da solo di regolare la società” e di aver così rivisto – e scritto nero su bianco – “il ruolo dello stato”. Il problema, sostiene Marini, è che poi nella Finanziaria “scritta in 9 minuti”, non c’è neppure un tentativo di cercare di invertire il trend di crisi. “Questa è la grande contraddizione del governo. E su questo, sulla tutela dei salari e dei consumi, noi dobbiamo fare la nostra battaglia”.
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