Fuochi d’artificio alla Festa Democratica di Firenze. Sul palco della Sala dibattiti Giorgio La Pira salgono due ministri ombra del PD, Pier Luigi Bersani e Sergio Chiamparino, e tre ministri del governo Berlusconi, Umberto Bossi, Giulio Tremonti e Roberto Calderoli. Il tema del giorno non poteva che essere quello del federalismo fiscale. Ma il confronto non si è fermato a questo. Si è parlato di economia, di politiche sociale, di fisco, di evasione fiscale. Non sono mancati i momenti di duro scontro, ma nel complesso è stata un’utilissima occasione di confronto tra il Partito Democratico e alcuni dei più autorevoli esponenti dell’esecutivo.
Il primo ad arrivare a Firenze è Giulio Tremonti, che non rilascia dichiarazioni ai giornalisti, ma sottolinea come “siamo tutti interessati a che il Partito Democratico sia forte, per il dialogo”. Dopo di lui Sergio Chiamparino, ministro ombra delle Riforme per il Federalismo, che proprio riguardo al tema della riforma dello stato, afferma che “la bozza Calderoli è un buon punto di partenza per il confronto in Parlamento, ma l’esito di questo confronto non è affatto scontato”. Poi tocca a Bossi e Calderoli, ed infine a Pier Luigi Bersani, che invita il governo ad occuparsi dei problemi reali dei cittadini e che non trasformi la riforma del federalismo fiscale “da risorsa per l’Italia a sciocchezza finale”.
Lo spazio dibattiti della Fortezza da Basso è già pieno. Molti i fiorentini che non si sono voluti perdere questo confronto a cinque. A moderare il dibattito i giornalisti Maurizio Mannoni e Alberto Orioli. Ad incalzare il governo sui temi economici e sul federalismo è Pier Luigi Bersani. “Non possiamo fare una riforma che penalizzi qualcuno, che crei regioni di serie A e regioni di serie B. Quello che dobbiamo fare è confrontarsi, tabelle alla mano. E il governo non si azzardi a trattare il tema del federalismo come ha fatto con la Finanziaria, cioè senza consultare minimamente l’opposizione”. Federalismo sì o federalismo no. Non è questo il problema principale degli italiani, secondo Bersani.
“Sono mesi che non si discute dei problemi – dice – il governo usa armi di ‘distrazione di massa’ e interventi simbolici per il consenso, che devono finire. E’ ora che si occupino dei problemi reali, e il problema dei problemi è che l’inflazione e la crescita zero si sta scaricando sui ceti più deboli della popolazione”. E in questo senso le scelte messe in campo dal governo, non hanno certo aiutato. Un esempio è l’abolizione dell’Ici. “Non vorrei – avverte Chiamparino – che per sostituire l’Ici facessimo pagare di più ai cittadini e in particolare ai cittadini più poveri. Secondo me sarebbe stato meglio andare avanti sulla strada sulla strada della detrazione per avvantaggiare la progressività”.
A questo punto è Bersani ad avanzare una proposta, che però difficilmente verrà recepita dal governo degli annunci e degli slogan. “Dato per assodato che il 40% dei cittadini sono stati già esentati dall’ultima finanziaria del governo Prodi, io propongo di aspettare a chiudere l’operazione Ici e utilizzare quei soldi per portare avanti detrazioni fiscali su salari e pensioni, che sono il vero problema del Paese”. Un problema di cui il governo non parla, per risolvere il quale non sono state messe in campo misure adeguate.
Così come nessun provvedimento è stato preso per proseguire la proficua lotta all’evasione fiscale iniziata dal governo Prodi. “Faccio un pronostico – dice Bersani – tra un anno, al netto di tutto il resto, le entrate fiscale saranno diminuite rispetto a quelle attuali”. Il ministro ombra dell’Economia critica in maniera diretta il suo omologo Tremonti, reo di aver tolto molti dei paletti che il governo Prodi aveva – con esiti positivi – posto all’evasione fiscale. “Se riprende l’evasione non si va da nessuna parte”.
Poco prima del termine del viva dibattito, i tre ministri del governo Berlusconi lasciano la Festa. E’ l’occasione per calare il sipario sul confronto e parlare di Partito Democratico con Chiamparino e Bersani. I due non si nascondono i problemi che in queste settimane stanno attraversando il PD, ma non usano toni catastrofici e anzi si mostrano fiduciosi per il futuro. “Il Partito Democratico – dice Chiamparino – sta vivendo un periodo di crisi di crescita”. Una crisi fisiologica, che potrà essere superata solo “con una totale immersione nei problemi del Paese”. Della stessa opinione è Bersani, che sottolinea come il PD “non sarà mai Forza Italia” e che “ci toccherà discutere”. Dopo la fase costituente e la sconfitta elettorale, si passa ora “alla fase di costruzione del partito. Il tesseramento è il primo passo, il secondo sarà quello di mettere i circoli nelle condizioni di lavorare. Così avremo finalmente il partito popolare che vogliamo”.