E’ stato approvato definitivamente dalla Camera dei deputati il 5 agosto 2008 il decreto legge n.112 del 25 agosto 2008 recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”.
L’approvazione del provvedimento è avvenuta in due fasi: la Camera dei deputati ha approvato – con il voto di fiducia richiesto dal governo – il testo approvato dal Senato il primo agosto scorso, che consiste in un unico articolo interamente sostitutivo del decreto legge. A favore hanno votato 312 deputati su 551 presenti. I voti contrari sono stati 239. Nella seconda fase, la Camera dei deputati ha approvato con 314 voti a favore e 230 contrari – in via definitiva – il provvedimento che ora sarà promulgato dal Capo dello Stato e successivamente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
La Camera dei deputati si era pronunciata sul provvedimento già il 21 e il 24 luglio scorsi. Dapprima, era stato approvato con voto di fiducia il maxiemendamento interamente sostitutivo dell’articolato e, successivamente, il testo completo.
Il 4 luglio scorso è stato inviato alle Camere il disegno di legge “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”, varato nel Consiglio dei ministri del 18 giugno scorso. Questo provvedimento completa l’iter di avvio della manovra finanziaria per il 2009, anticipata quest’anno a giugno e varata insieme al Documento di programmazione economico finanziaria per gli anni 2009-2013.
L’anticipo della manovra fa si che a settembre, quando si varerà la legge finanziaria e inizierà la sessione di bilancio in Parlamento, alcune misure già operative da giugno 2008 avranno dispiegato i loro effetti con positive ripercussioni sui conti pubblici.
La manovra 2009, come ha spiegato il ministro dell’Economia e delle finanze, Giulio Tremonti nella conferenza stampa del 18 giugno al termine del Consiglio dei ministri, è composta essenzialmente da tre provvedimenti:
Decreto legge n.112 del 25 giugno 2008 (GU 25 giugno 2008)
Disegno di legge (inviato il 4 luglio alle Camere)
DPEF 2009-2011 (con l’allegato sulle infrastrutture)
Per illustrare la manovra è stata fatta il 19 giugno scorso una conferenza stampa, con i ministri Alfano, Brunetta, Calderoli, Matteoli, Sacconi, Scajola e Tremonti.
“L’azione di politica economica del Governo – ha detto il ministro Tremonti, intervenuto il 17 luglio scorso, durante la discussione generale del decreto legge 112 del 25 giugno 2008 all’assemblea della Camera dei deputati, è mirata a due obiettivi essenziali: la stabilizzazione triennale del bilancio pubblico e la costruzione di una migliore piattaforma istituzionale e legale per lo sviluppo industriale”.
Ed ha aggiunto “più in particolare, la stabilizzazione triennale dei conti pubblici, operata con il decreto-legge, si caratterizza in base a due elementi essenziali: la concentrazione della manovra prima dell’estate e la sua proiezione triennale. Per noi era ed è essenziale e fondamentale mettere in sicurezza il bilancio pubblico della Repubblica italiana. Credo che questo sia il bene pubblico fondamentale che tali interventi tutelano. Tuttavia, in ogni caso, dovendo ridurre il deficit e non potendo aumentare le tasse, le alternative che ci si aprivano non erano numerose: si trattava di una politica di serio contenimento delle dinamiche incrementali della spesa pubblica”.
Inoltre, per quanto riguarda il disegno di legge – che sarà esaminato dalla Camera subito dopo l’approvazione del decreto legge – il ministro Tremonti ha affermato “consideriamo fondamentale, nella strategia per il Paese, un disegno di riforme istituzionali e di rilancio industriale. Il disegno di rilancio industriale è contenuto nel disegno di legge che sarà oggetto di discussione dopo il decreto-legge in questione. Si tratta di un disegno nel quale si trovano tutti gli elementi che a nostro avviso – e non solo a nostro avviso, per quanto ci risulta dalla considerazione in cui da fuori inizia ad essere tenuta l’Italia – rappresentano la nostra agenda per lo sviluppo. L’altro settore del nostro intervento è quello delle riforme istituzionali, che noi consideriamo strategiche per questo Paese, importanti almeno quanto le riforme che cerchiamo di fare e che facciamo sulla piattaforma istituzionale di questo Paese per lo sviluppo dell’industria. Le riforme istituzionali sono: la riforma costituzionale sostanziale e il federalismo fiscale”.