L’intervista ad ‘Avvenire’ del leader Udc, Pier Ferdinando Casini.
«Decidere oggi tra Pd e Pdl? Mi sembra fuorviante. In Parlamento continueremo il ruolo di opposizione che ci hanno assegnato due milioni e centomila elettori».
Pier Ferdinando Casini ha chiuso ieri a Todi il seminario di Liberal e ora traccia in un’intervista il percorso dell’Udc per i prossimi mesi. La bussola per il partito, che lavora per allargare l’area di centro, è rappresentata dai valori. «Saranno decisivi» ha spiegato Casini, anche nella scelta delle eventuali alleanze. «Vedremo in Parlamento se, come ed eventualmente con chi costruire convergenze».
Le alleanze? Non abbiamo la vocazione a stare all’opposizione a vita ma decidere oggi tra Pdl o Pd mi sembra fuorviante. Vedremo in Parlamento se, come e, eventualmente, con chi costruire convergenze sii valori e programmi».
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che ha chiuso ieri il seminario di Liberal sul bipolarismo inesistente , non intende sbilanciarsi sulla futura collocazione del suo partito.
«Per il momento spiega in questa intervista lavoriamo per costruire e rafforzare un’area di centro, capace di andare al di là dell’Udc, mettendo insieme quelle forze del cattolicesimo liberale e della liberaldemocrazia che non si riconoscono in questo sistema politico. In Parlamento continueremo il ruolo di opposizione che ci hanno assegnato due milioni e centomila elettori, nonostante il tentativo di Berlusconi e Veltroni di estrometterci».
Le elezioni politiche sono lontane. Però dietro l’angolo c’è il nodo delle amministrative: come lo scioglierete?
Bisogna allentare, come chiedeva don Sturzo, la presa dei partiti nazionali sulle amministrazioni locali, lasciando alle classi dirigenti locali il compito di gestire autonomamente alleanze, candidature, programmi. In alcune amministrazioni collaboriamo lealmente con il Pdl e continueremo a farlo: ci aiuta in questo la comune appartenenza al Partito popolare europeo. Ma in nessun caso posso accettare che si possa parlare, nei nostri confronti, di alleanze ortodosse o eterodosse. Siamo presenti in Parlamento per la nostra forza elettorale e non dobbiamo ringraziare nessuno: questo ci lascia assolutamente liberi di fare scelte – anche attraverso la promozione di liste civiche – con l’ occhio rivolto soprattutto ai bisogni delle collettività locali.
Ci parli dei rapporti con il Pdl e Berlusconi.
Siamo all’opposizione. Non c’è furore ideologico nei nostri «no», quando li diciamo, ma solo la valutazione degli interessi dei cittadini. Dobbiamo essere pragmatici: abbiamo detto «sì» al decreto per i rifiuti di Napoli e ci siamo astenuti sul lodo Alfano. Quello che non va nella maggioranza e nel governo è questa sorta di continua drammatizzazione e spettacolarizzazione della politica. Capisco che la propaganda sia importante ma il governo coltiva la vocazione a fare continuamente spot che colpiscono l’immaginazione pubblica, ma senza risolvere concretamente i problemi. A cosa si riferisce in particolare?
C’è il ministro Tremonti che un giorno tira in ballo, per giustificare una politica economica non adeguata, il rischio di una crisi tipo 1929, e un altro giorno se la prende con la speculazione internazionale. C’è la vicenda della sicurezza: da una parte si proclama lo stato di emergenza, creando tensione e preoccupazione nell’opinione pubblica, dall’altra si tagliano le risorse alle Forze dell’ordine che andrebbero invece aumentate. Ma a furia di continuare a gridare all’emergenza finirà come la storia di «al lupo al lupo»: quando il lupo arriverà davvero, la gente non ci crederà più . I nodi arriveranno al pettine quando gli italiani si renderanno conto dell’enorme distanza tra le cose proclamate e quelle realmente fatte.
E con il Pd le cose vanno meglio?
Veltroni ha saputo andare alle elezioni da solo, senza l’alleanza con la sinistra radicale. Per questo processo, a mio parere, deve continuare, esaminando il rapporto con Di Pietro. Su questo sono perfettamente d’accordo con Fausto Bertinotti: il partito di Di Pietro è una formazione di destra giustizialista. All’opposizione collaboreremo certamente con il Pd ma con la constatazione di fondo che siamo e restiamo due forze culturalmente e politicamente diverse.
I temi della bioetica peseranno nella futura scelta delle alleanze?
Saranno decisivi. Siamo un partito che ha fatto dei valori l’asse portante della propria politica. E mi lasci dire che guardo con una certa preoccupazione a quello che accade nei campi avversari. Prendiamo il caso Eluana: il Pd ha presentato una risoluzione che per noi è inaccettabile; nel Pdl regna una certa confusione essendoci due mozioni con contenuti opposti. Credo, a questo proposito, che i cattolici che sono in tutti gli schieramenti dovrebbero trovare in Parlamento delle convergenze trasversali in modo molto pi efficace di quanto fatto finora.
La giustizia sembra essere uno dei macigni pi grossi sulla strada del dialogo sulle riforme.
L’accanimento di Berlusconi sulle sue vicende giudiziarie ha fornito un grande alibi a quella parte della magistratura militante e ai suoi sostenitori in Parlamento per non fare nulla. Spero ora che il lodo Alfano possa contribuire a rasserenare il clima. Noi siamo favorevoli a una riforma della magistratura che non sia contro i magistrati né contro nessuno, ma al servizio del cittadino. E, per esempio, chiediamo di mettere pi attenzione alla questione della giustizia civile, lenta, farraginosa, che magari non finisce in prima pagina ma che interessa milioni di italiani. Siamo d’accordo a una distinzione delle funzioni tra pm e magistratura giudicante per un processo pi equo, non per asservire i pubblici ministeri al potere esecutivo. Ma anche qui il governo procede con l’effetto annuncio: il ministro Alfano parla di grande riforma ma la vera emergenza è la cronica mancanza di fondi, accentuata dai tagli di Tremonti. Non si può rendere pi spedita l’amministrazione della giustizia se poi si tagliano i fondi per la carta, i computer, le fotocopiatrici e si blocca il turn over per magistrati e personale delle cancellerie.
Mastella è venuto al vostro convegno. E l’avvio di un nuovo percorso insieme?
Clemente ha fatto un discorso molto umile, lungimirante e costruttivo. a la nostra stessa cultura politica. La costituente di centro è aperta a tutti i soggetti interessati senza veti o esclusioni pregiudiziali.