Il Governo fa marcia indietro sugli assegni sociali, così come sui precari.
Dopo la levata di scudi generale e le polemiche a non finire, l’Esecutivo ha infatti deciso di correggere, con un emendamento che sta per presentare al decreto al Senato, le due norme della manovra economica.
La decisione è stata annunciata in serata dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che fin dal principio aveva insistito per intervenire su entrambi gli articoli.
La prima norma rischiava infatti di togliere gli assegni sociali a circa 800mila anziani indigenti.
E così il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha annunciato che il Governo presenterà un emendamento al Senato per eliminare il rischio di un taglio indiscriminato degli assegni.
Si tratterà, assicura Vito, dell’unica modifica della manovra a Palazzo Madama oltre a quella, già annunciata, che recepisce le osservazioni del Quirinale sui bilanci ministeriali.
E domani mattina il relatore di maggioranza della manovra, Salvo Fleres, presenterà in commissione Bilancio un emendamento per chiarire che la stretta non riguarderà i cittadini italiani.
Poi Sacconi ha annunciato il nuovo cambiamento di rotta anche sulla norma cosiddetta anti-precari: modifiche subito anche su questa con un emendamento in modo che sia applicabile solo al caso di Poste italiane.
L’unica incertezza riguarda le modalità perché, ha precisato Sacconi, “il Governo non ha ancora deciso se presentare l’emendamento in Commissione oppure direttamente in Aula”.
I sindacati si dicono soddisfatti. Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parla di un chiarimento “positivo”, il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, rileva che “l’episodio dell’assegno sociale ai poveri dimostra che, se il Paese lo incalza, il Governo è in grado di fare marcia indietro” mentre Confindustria non si sbilancia più di tanto: “Può andare, così come se ne parla, può andare” si è limitata a dire il leader degli industriali, Emma Marcegaglia.
E se per Roberto Calderoli “é giusto modificare la norma sugli assegni sociali se c’è anche solo il dubbio che i tagli possano riguardare gli italiani”, Maurizio Gasparri sottolinea che comunque la ratio della misura era di “impedire a un immigrato che sta in Italia da un anno di prendere una pensione sociale per tutta la vita”.
Resta invece duro il giudizio dell’opposizione.
“Con le norme sugli assegni sociali e i precari – dice la capogruppo del Pd a Palazzo Madama Anna Finocchiaro – il Governo dimostra che considera i più deboli come vittime da sacrificare”.
Il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ribadisce: “Sono sbagliate: un conto è la flessibilità, un conto è la precarietà permanente. E con i tagli agli assegni sociali, perché amplia gli spazi di povertà e toglie una protezione sociale minima”.
Domani, la commissione Bilancio del Senato sarà chiamata ad esaminare gli articoli 20 e 21 del provvedimento.
Giovedì, salvo dove accelerazione dei tempi, il decreto modificato dovrebbe approdare in Aula, il governo probabilmente chiederà un nuovo voto di fiducia.
Il testo poi tornerà alla Camera per il via libera definitivo.
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