“Io sono sconfitto ma sono sereno perché da comunista ho imparato ad essere sconfitto e a stare con gli sconfitti. Compagni della mozione 2 ci vediamo nell’area politico-culturale ‘Rifondazione per la sinistra’.”Niky Vendola, dal palco del VII Congresso di Rifondazione Comunista, ammette la sconfitta e annuncia la nascita di una corrente di minoranza, smentendo qualsiasi ipotesi di scissione.
“La seconda mozione – ha detto il governatore della Puglia – non abbandona Rifondazione ma è qui per continuare la battaglia perché siamo il 47,3% del partito”.
Poi attacca: “Considero questo congresso come la fine della storia di Rifondazione comunista come l’ho conosciuta in 38 anni di militanza, il compimento di una sconfitta elettorale, un arretramento culturale”.
L’estremo tentativo di trovare un accordo tra la mozione due che fa capo a Nichi Vendola e gli esponenti del documento uno di Paolo Ferrero è saltato dopo una lunga riunione notturna della commissione politica. Alla fine l’ala ‘vendoliana’ ritiene inaccettabile il testo di un eventuale documento su cui convergano le altre quattro mozioni.
Nessuna scissione dentro Rifondazione Comunista nonostante la spaccatura del partito, assicura anche Gennaro Migliore: “Noi abbiamo fatto la storia di questo partito, non ce ne andiamo, faremo un’opposizione ampia e larga dentro il partito per portare avanti il nostro progetto di unità a sinistra”.
Contestazioni dopo che Giovanni Russo Spena, che sostiene la mozione di Ferrero, ha letto il documento nel quale si delinea la nuova rotta di Rifondazione: “Ripartirà dalla società, costruendo le case del popolo, tornando nelle fabbriche”.
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