“L’aumento dei prezzi erode il potere d’acquisto, abbassa il valore reale della ricchezza finanziaria, contribuisce al rallentamento dei consumi e della crescita”. Lo ha detto il Governatore di Bankitalia, Mario Draghi, intervenendo all’assemblea dell’Abi aggiungendo che se l’accelerazione dei prezzi continuerà anche nei prossimi mesi sarà possibile una riduzione dei consumi in Italia “di circa 2 punti entro il prossimo anno”.
Secondo Draghi, l’accelerazione dei prezzi “osservata dall’estate del 2007 ha portato fino ad oggi ad una minore crescita del reddito disponibile di oltre un punto percentuale, che sale a tre se si tiene anche conto delle perdite di valore reale della ricchezza finanziaria”. La ricetta avanzata da quanti propongono di agganciare i prezzi ai salari non produrrebbe risultati positivi: “una rincorsa tra prezzi e salari sarebbe un rimedio illusorio, a cui la politica monetaria deve opporsi. Se è credibile, pur non potendo isolare l’economia dalle fluttuazioni dei prezzi delle materie di base, può ammortizzarne gli effetti sulle aspettative e sui prezzi interni”. Per questo motivo “un aggiustamento monetario tempestivo riduce il rischio di correzioni tardive ma violente”. Per il Governatore, inoltre, la stabilità dei prezzi è il “prerequisito” perché la crescita riprenda vigore.
Infine, Draghi ha sottolineato che “l’esposizione delle imprese e delle famiglie italiane al rischio dei tassi di interesse è particolarmente rilevante data l’alta quota dei prestiti a breve termine o indicizzata ai tassi a breve: circa il 90% del totale per le imprese, oltre il 70% per i mutui alle famiglie”.