La Robin tax resta, anche se ci saranno aggiustamenti tecnici. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha fatto sapere da Bruxelles che l’ipotesi di abolire la tassa sui petrolieri, le assicurazioni e le banche è “destituita di ogni fondamento”. Ad annunciare la novità era stato il presidente della commissione Finanze di Montecitorio, Gianfranco Conte: “l’orientamento del Governo è di abolirla”, aveva detto. Poi, però, la retromarcia: “mi sono spiegato male, resta”. Nella sua precisazione Conte ha tuttavia confermato che è intenzione del Governo quella di apportare “aggiustamenti tecnici” alla norma.
Lo stop alla Robin Tax era comunque solo una delle novità che in queste ore l’Esecutivo ha messo in cantiere per la manovra. Un’altra ‘new entry’ è l’abolizione dei ticket sanitari. Ci vogliono però oltre 800 milioni e quindi il lavoro più duro è la ricerca delle coperture. Le voci che concorreranno saranno molteplici e potrebbero esserci anche dei tagli alle spese ‘extra’ (vedi consulenze) del pubblico impiego. Poi ci sarà un emendamento del Governo sul patto di stabilità interno, “al fine di definirne meglio – ha spiegato il sottosegretario all’Economia, Giuseppe Vegas – il contenuto e di introdurre meccanismi di premialità”. Idem sul fronte del Piano casa: “il Governo – ha detto sempre Vegas – ha intenzione di definire meglio il contenuto”.
Diventa intanto quasi una certezza l’ipotesi di una nuova fiducia alla Camera quando la prossima settimana il decreto legge sulla manovra arriverà in Aula, arricchito da molte delle norme previste dal disegno di legge ‘gemello’ sulla manovra. O attraverso emendamenti già in commissione o tramite la presentazione di un maxiemendamento presentato direttamente in Aula. Qualunque sarà la scelta, il risultato sarà di accorciare i tempi del via libera a quella che di fatto è la Finanziaria.
Intanto, procede l’esame parlamentare. Oggi dovrebbero iniziare le votazioni al decreto legge in commissione, mentre il 14 luglio è previsto l’approdo in Aula. Al netto delle novità che portano la firma del Governo, occorre fare i conti con circa 2mila emendamenti di maggioranza e opposizione.
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