Una manovra “sbagliata e inadeguata che penalizza lavoratori, pensionati e il futuro del Paese” e che se non cambierà “la Cgil non resterà ferma”. Così il segretario generale della confederazione di Corso d’Italia ha commentato, in una conferenza stampa tenuta con il segretario confederale, Agostino Megale, la manovra economica triennale 2009 – 2011 messa in campo dal governo. Presentando un dettagliato documento di critica alla nuova politica di bilancio, e non solo, del governo Berlusconi, Epifani ha sostenuto: “La manovra gioca pesantemente contro lavoratori e pensionati; non sostiene lo sviluppo né i redditi, taglia gli investimenti e penalizza i consumi”. Ed è sulla base di queste valutazioni che il leader della Cgil ha detto: “Se non cambierà la qualità della manovra la Cgil non resterà ferma, non potrà far finta di nulla perché sono proposte che giocano contro i lavoratori e i pensionati”.
La confederazione avvierà nei prossimi giorni una campagna informativa di massa tra i lavoratori perché emergano i reali contenuti dei provvedimenti del governo, rilanciando allo stesso tempo la piattaforma unitaria sul fisco dello scorso novembre in cui il sindacato chiedeva un aumento delle detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati di circa 80/100 euro di incremento del reddito disponibile netto in tre anni. Ma, sempre in tema di fisco, Epifani ha lanciato la proposta di una detassazione della prossima tredicesima spiegando che per un lavoratore dipendente che guadagna circa 25 mila euro lordi l’effetto sarebbe pari a un beneficio di circa 500 euro nel 2008.
Ma la manovra estiva avrà, al contrario, un effetto “depressivo”, ha spiegato il segretario generale, sugli investimenti e sui consumi. Questi ultimi risulteranno compressi di uno 0,5% mentre nel solo 2008 la mancata restituzione del fiscal drag peserà sui bilanci familiari per 220 euro. Una cifra che per i lavoratori dipendenti risulterà pari a 362 euro medi per un taglio complessivo del potere d’acquisto del 30%. “Quel che serve – ha perciò osservato il leader della Cgil – è una manovra di segno opposto. In presenza di un rallentamento dell’economia e di contrazione dei consumi ci sarebbe bisogno di un intervento che spostasse a sostegno dei redditi e delle pensioni un punto di Pil”.
Diverse e articolate le critiche del sindacato alla politica economica del governo, a cominciare dalla stima dell’1,7% per il 2008 e 1,5% per il 2009 dell’inflazione contenuta nel Dpef che condannerebbe i salari ad una perdita del potere di acquisto dei circa 1219 euro. Un dato che, rispetto al dato di inflazione reale del 3,8%, ha frenato la trattativa sul rinnovo del contratto del pubblico impiego. Critiche anche sulla deregulation del mercato del lavoro, in parte annunciata e in parte operativa, avviata dal ministro Sacconi. “Non sono interventi di semplificazione ma di effettiva riduzione di tutele e diritti dei lavoratori”, ha aggiunto Epifani denunciando l’ingerenza del governo su temi oggetto del confronto tra le parti sociali: “E’ inaccettabile che quando firmi un accordo con gli industriali il governo possa poi modificarlo”. Quanto alla misura del ‘voucher’, “è uno strumento che interviene pesantemente nel ridurre i diritti dei lavoratori: non serve all’emersione del lavoro nero ma solo a trasformare rapporti di lavoro a tempo determinato tagliando strutturalmente le tutele salariali e previdenziali”.
Ancora in tema di fisco, disappunto nei confronti del profilarsi di un abbandono della lotta all’evasione, che nel governo Prodi ha portato l’inaspettato extragettito. “Si sta smantellando – ha detto ancora Epifani – un sistema di strumenti anti evasione. Abbiamo l’impressione che non si voglia proseguire quella battaglia con la forza ed il rigore necessario, finendo con il penalizzare nuovamente i lavoratori”. Ma è la questione salariale a tenere banco. E qui il segretario generale, ricordando le parole e la denuncia di ieri del governatore della Banca, Mario Draghi, si è detto di sentirsi “in buona compagnia”: “L’Ocse ci dice che in Italia si lavora di più e si guadagna di meno. Esattamente quello che andiamo dicendo da mesi. E vorrei che qualche volta la Confindustria – ha osservato – riflettesse su ciò che dice, non la Cgil, ma un osservatore internazionale come l’Ocse”. Infine, quanto all’ipotesi di un patto di redistribuzione annuncisto ieri dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Epifani ha concluso: “Tremonti propone di rimandare alla crescita la redistribuzione fiscale, noi vogliamo invece fare la redistribuzione fiscale per aiutare la crescita”.