Decreto legge o disegno di legge? Si è rischiato lo scontro istituzionale sulla nuova normativa che regola le intercettazioni. A chiarire il ‘giallo’ è il premier Berlusconi da Napoli: «Il provvedimento è stato definito decreto legge per un mero errore materiale, come confermato dal sottosegretario Gianni Letta. Nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri di venerdì 13 al primo punto c’è il disegno di legge e norme in materia di intercettazioni telefoniche giudiziarie». «Non ci sono le condizioni di urgenza – spiega Berlusconi -. Non credo che questa situazione, anche se si protrae da tempo, ha la necessità d’urgenza per poter fare un decreto». Il ‘refuso’ è stato corretto anche sul sito internet del governo. L’ipotesi del decreto legge aveva rischiato di aprire uno scontro istituzionale con il Quirinale, che aveva ricordato le parole di martedì di Napolitano («Come debba essere congegnato il provvedimento, se possa preoccupare per altri aspetti si saprà quando ci sarà un disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri e quando poi inizierà la discussione in Parlamento»).
Tre mesi per intercettare
«Le intercettazioni si faranno per un periodo massimo di tre mesi e saranno autorizzate da un organo non monocratico ma collegiale composto da tre magistrati» ha precisato il premier, spiegando che il ddl comprenderà «pedofilia e omicidio e tutti i reati più gravi puniti con 10 anni in su di pena». «Questo è il minimo che i cittadini italiani devono attendersi da uno Stato che vuole tutelare il loro diritto alla privacy e quindi la loro libertà» ha concluso Berlusconi.
Di Pietro vigila
«Ci hanno provato, ma sono stati colti con le mani nella marmellata. Questo dimostra che bisogna stare attenti e sempre con gli occhi aperti – attacca il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro -. Ribadisco che noi dell’Italia dei Valori di questa maggioranza non ci fidiamo. Per questo continueremo a vigilare attentamente e non accetteremo nessun dialogo con chi, invece di portare avanti gli interessi del Paese, pensa a curare quelli di una stretta cerchia di amici». Sulla limitazione delle intercettazioni soltanto ad alcuni reati il leader dell’Italia dei Valori spiega la contrarietà del suo partito: «Scoprire gli autori o il reato di mafia, ‘ndrangheta o terrorismo presuppone per forza la scoperta preliminare dei reati commessi. Come si fa a scoprire l’associazione a delinquere se prima non si permettono le intercettazioni sui reati?». E Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato: «Mi sembra ci siano molto pressapochismo e confusione nei comportamenti del governo in materia di intercettazioni. Si tratta di un tema che va affrontato con molta attenzione ed equilibrio».
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