Non è un quadro “roseo” quello dipinto dall’Indicatore dei Consumi di Confcommercio relativo al mese di aprile. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, l’andamento negativo dei consumi continua e in più coinvolge anche un settore e come quello dei servizi che solitamente riusciva a “salvarsi”. Ma veniamo ai numeri: l’Icc segnala che ad aprile 2008 i consumi hanno fatto segnare un –0,9% rispetto allo stesso periodo del 2007. Nel complesso dei primi quattro mesi del 2008 la contrazione è stata dell’1,0% contro il +1,0% nell’analogo periodo del 2007. Come detto, il dato negativo si estende per la prima volta anche ai servizi che fanno segnare un –0,8%.
“La situazione dei consumi – ha osservato Bella – è critica e generalizzata. Rallenta anche la voce comunicazione e elettronica che di solito ha sempre fatto segnare andamenti positivi”. Secondo Bella il problema principale è quello della scarsità del reddito disponibile: “secondo l’analisi fatta da Bankitalia – ha sottolineato il direttore – dal 1990 ad oggi il reddito del consumatore italiano è cresciuto solo del 5% rispetto al 20% di un consumatore tedesco e al 45% di un francese”. Tuttavia c’è un dato che potrebbe sembrare in controtendenza: a maggio il clima di fiducia dei consumatori monitorato dall’Isae è cresciuto. Una situazione questa che, secondo Bella, è dovuta al dopo elezioni. “Il mese successivo ad ogni tornata elettorale- ha detto Bella- si instaura la cosiddetta luna di miele tra cittadini e governo che fa crescere le aspettative”. L’analisi del Centro Studi ha poi toccato anche l’andamento del Pil che è cresciuto dello 0,4% nel secondo trimestre del 2008 ma è comunque rimasto più basso rispetto all’ultimo trimestre del 2007. “Dunque, non si può parlare tecnicamente di recessione perché non ci sogno due segni meno consecutivi ma di fatto l’economia è ferma”. Infine una battuta sull’inflazione, elevata ma in linea con l’andamento generale degli altri Paesi europei e che fino almeno alla seconda metà del 2009 non farà segnare riduzioni significative. “Un dato che testimonia – ha osservato Bella – come fosse assurdo scaricare la colpa del caro vita sui commercianti”.
www.confcommercio.it